Gilardino, Natali e Diamanti da una parte, Viviano, Lupatelli e Della Rocca dall'altra. Sono loro gli ex del derby dell'Appennino di domenica prossima. Contando però le presenze il più gettonato è Stefano Pioli, che in riva all'Arno, dall'89 al '95, ha giocato in viola 154 volte. Ma lui ora siede in panca, perciò è cosa diversa da chi invece incrocerà calci e tacchetti. Uno dei doppi ex è Eraldo Pecci che racconta le sue sensazioni al Corriere di Bologna
stampa
Pecci: “Viola più forti, Bologna più compatto”
“Avrei tenuto in rossoblù Viviano per altri 20 anni”
Insomma, domenica la condizione di ex conterà poco o nulla.
«Per me una partita è una partita. È chiaro che ci sono sentimenti e ricordi, più o meno forti, ma poi dai il massimo per la maglia che indossi. L'emozione non inciderà né in Viviano né in Gilardino, che pure torna al Franchi. Altro discorso sarebbe se Totti giocasse contro la Roma».
Diamanti giocò tre partite nella Florentia Viola, Lupatelli una a Bologna, Della Rocca poco più di trenta, Natali e Viviano settantadue: giusto Gilardino ne conta 118 con 48 gol.
«Non credo però che questo curriculum possa condizionarlo, è un centravanti, cercherà comunque il gol (vedremo se sviolinerà o meno, ndr)».
Nella girandola di trasferimenti chi ci ha guadagnato?
«Io avrei tenuto in rossoblù Viviano per altri 20 anni, ma adesso confido molto nei gol di Gilardino».
...
E patta sia. Magari il derby ruoterà proprio attorno a quella sfida, centravanti/portiere. Avvantaggiata la Viola?
«Tecnicamente è superiore, ma Montella è appena arrivato e la squadra è molto rinnovata, mentre Pioli è al secondo anno e può confidare su un gruppo che conosce bene: loro più forti, il Bologna più compatto. Partita equilibrata».
...
Due città/club importanti ma lontane dai vertici, ma con due allenatori in ascesa: è d'accordo?
«Sì, questo è un bel tema. Montella mi piace perché fa giocare al calcio, sia se si deve salvare sia se ha traguardi più ambiziosi. Pioli ha dimostrato di saper mettere mano e trovare l'assetto giusto a qualsiasi squadra riducendo i difetti: si vede che il gruppo lo segue, e per un allenatore non è poco».
Corriere di Bologna
© RIPRODUZIONE RISERVATA