stampa

Pecci: “Io come Borja? Mi rivedo più in Pizarro. Fiorentina, giocatela domani…”

Pecci, quanti amici ha nell’ambiente granata? «Tutti». In quello viola? «Molti». E in quello bianconero? «Alcuni». Eraldo Pecci ha attraversato il calcio bello degli anni Settanta e Ottanta sfidando la …

Redazione VN

Pecci, quanti amici ha nell'ambiente granata? «Tutti». In quello viola? «Molti». E in quello bianconero? «Alcuni». Eraldo Pecci ha attraversato il calcio bello degli anni Settanta e Ottanta sfidando la Juventus. Con il Toro di Pianelli dello scudetto del '76, con la Fiorentina dei Pontello del mancato scudetto dell'82, un anno con il Napoli di Maradona. E' stato opinionista televisivo, uno dei più bravi, commentatore e ora scrittore. Dopo il successo del suo primo libro, «Il Toro non può perdere», sta scrivendo il secondo, la storia di un ragazzo che sogna di fare il calciatore. Basta parlarci, con Eraldo, anche per chi non dovesse conoscerlo, per capire il motivo per cui in così tanti gli vogliono bene, e perché viene sempre voglia di abbracciarlo. Pecci, chi sono i suoi amici ex juventini? «Serena, Gentile, Cuccureddu, Cabrini, Tardelli, una cosa è la società, un'altra i ragazzi, i colleghi. Lo stile della società può risultare meno simpatico, ma non sempre». Nel senso? «Boniperti comandava molto, ma senza farlo pesare. E l'Avvocato, con il suo modo di fare, ti faceva sentire più importante di lui».

Da cuore granata, come vive la rivalità con la Juventus? «Alla fine, il Toro deve ringraziare la Juve. Senza il derby eterno con i bianconeri, l'importanza del Torino nella storia del calcio sarebbe stata ridimensionata». E poi si è ritrovato in viola, per quello scudetto perso all'ultima giornata. «Se la Fiorentina è gemellata con il Toro un motivo ci sarà...Mi è sempre rimasto un grande rammarico, ma sono passati tanti anni. A proposito delle sconfitte nello sport, vorrei dire una cosa...». Anche due. «Che se perdi dopo aver lottato non sei un fallito, bisognerebbe che lo capissero soprattutto tutti quei genitori assatanati per i loro figli calciatori». (...) Come la vede, per domani? «In una partita singola, ci può stare tutto, vedo grande equilibrio, e la Fiorentina può giocarsela. Diverso è il discorso sul lungo termine». Per intelligenza calcistica, c'è chi ha pargonato Borja Valero al Pecci pensante in campo. «Mi piace, però mi rivedo più in Pizarro, anche se io sono molto più alto...». Ma la seguirà in tv, Fiorentina-Juventus? «Dopo questa intervista, penso di sì, per coerenza. Ma devo essere sincero, non vedo molto calcio italiano in tv». Cambia canale? «Leggo, seguo i risultati, allo stadio ci vado raramente, faccio il tifo un po' per l'una e un po' per l'altra delle mie ex squadre, a secondo di chi ha più bisogno, ma alla fine della stagione ho visto in tv molto più calcio spagnolo, inglese e tedesco. Mi diverto di più, anche se mi dispiace».

Alessandro Fiesoli - La Nazione