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Pasqual: “Potrei scrivere un libro sui momenti con Davide. Non baciai la maglia dell’Empoli”

Le parole del capitano azzurro in vista del Derby dell'Arno

Redazione VN

""Firenze è casa mia: dove ho vissuto, vivo e vivrò", esordisce Manuel Pasqual a La Gazzetta dello Sport. "Nel 2005 mi hanno preso in Serie B e con loro sono diventato uno degli 'eroi' di Anfield, oggi penso all'Empoli che vive con ansia il derby e questa volta a maggior ragione: vogliamo un risultato per risalire la classifica", spiega il capitano azzurro.

""Il mio primo ritorno fu da pelle d'oca- racconta - ma me ne ero appena andato piangendo in giro per lo stadio mano nella mano ai miei bambini", e vuole chiarire l'episodio del rigore calciato: "Segnai il penalty decisivo al 94' e da professionista responsabile riprenderei la stessa decisione. Poi feci il gesto di asciugarmi la bocca, qualcuno lo scambiò per un bacio alla maglia dell'Empoli: ora spero di aver messo le cose in chiaro", spiega.

"I pensieri, poi, corrono all'amico Astori: "Davide era quello che risolveva ogni problema. Ricordo che Sousa mi tolse la fascia, io mi lamentavo: lui, invece di offrirmi una spalla, mi disse di dimostare al mister che aveva sbagliato. Sapeva ascoltare, ma manteneva il suo punto, e con il confronto si arrivava sempre a una soluzione. Fui contento quando la fascia andò a lui, un anno dopo", e il ricordo vola a quel 4 marzo: "Un giorno maledetto. Il direttore generale dell'Empoli mi chiamò piangendo: pensai subito alla famiglia, poi mi disse di Davide. Mi cadde il mondo addosso. Sui nostri momenti insieme potrei scrivere un libro. Il mio terzo figlio è nato un mese prima di Vittoria, siamo stati un punto di appoggio per loro. Due sere prima di quella domenica ci siamo visti, il sabato mattina l'ho incontrato ancora: un mio amico mi aveva chiesto la sua maglia e Davide me la portò. Ma quella maglia sarà per sempre mia".

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