Sul settimanale de La Gazzetta dello Sport, SportWeek, troviamo un'intervista al capitano della Fiorentina Manuel Pasqual dove si parla di alcune abitudini del capitano e di arte: “A me piace l'arte contemporanea” dice Pasqual che ammette di esser stato guidato da Marco Donadel: “Da allora, una volta all'anno, mi faccio un regalo”. Sulla Fiorentina Pasqual dice: “Cosa è cambiato in questi nove anni? Tantissimo. Nel 2005 sono arrivato in una società rifondata 3 anni prima dai Della Valle dopo il fallimento e reduce da un campionato di C, uno di B e da una salvezza all'ultima giornata di A. da allora è, come dire, lievitata: prima nel numero di dirigenti, poi nell'organizzazione, infine nei risultati. Oggi ha una dimensione europea. Come può crescere ancora? Più che altro deve crescere la città. Da 9 anni la squadra subisce le conseguenze degli errori altrui: dalle trasferte più lunghe rientriamo tardissimo perché l'aeroporto a una certa ora di sera chiude e noi facciamo scalo a Bologna. E poi, la telenovela-stadio. La Champions dell'anno scorso? È vero che nell'arco di un campionato le decisioni arbitrali a te contrarie si alternano a quelle favorevoli, ma negli ultimi 2 anni sono più gli episodi che ci hanno detto male. Se ho mai pensato ad un disegno per tener fuori la Fiorentina dalla Champions? L'ho pensato in campo. Lì, ogni tanto, davanti alle cose che vedi, ti si tappa la vena. Ma a mente fredda, no. Preferisco guardare avanti. Di chi la scelta di essere capitano? Di Montella. E sono orgoglioso che abbia scelto sulla base di parametri quali il comportamento e l'impegno nel lavoro. Renzi? Mai stati a cena. Nel caso, gli chiederei perché non è riuscito a imporsi come leader del Pd. Non me lo spiego. È giovane, ha idee nuove e diverse dagli altri, verso le quali è coerente. Il mio sogno? Aprire un'agenzia di viaggi. E lo farò. È da quando ho 18 anni che colleziono poster e cataloghi da tutto il mondo”.
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Pasqual: “Fiorentina cambiata, la città…”
Il capitano: “Nessun disegno per toglierci la Champions” (COMM.)
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