Antonio Candreva, l’uomo per il quale il presidente Lotito chiede 30 milioni, è il giocatore che in serie A ha più tirato (22 volte) e crossato (39 volte). Filip Djordjevic, gigante serbo roccioso e silenzioso, ha oscurato il totem Klose segnando quattro volte in due gare. Ma è Stefano Mauri, il capitano, l’equilibratore del centrocampo, il giocatore che ha cambiato pelle alla Lazio e l’ha convinta della propria forza. E, come non bastasse, Stefano Pioli per Firenze recupera due pedine fondamentali: Lucas Biglia, metronomo del centrocampo aggressivo e grintoso e Stefan Radu, leader della difesa. Entrambi saranno titolari oggi nel lunch-match che è una sorta di spareggio europeo, il primo di una lunga serie per la Fiorentina.
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Ordine e fame, Pioli ha chiuso il cerchio
Antonio Candreva, l’uomo per il quale il presidente Lotito chiede 30 milioni, è il giocatore che in serie A ha più tirato (22 volte) e crossato (39 volte). Filip Djordjevic, …
La Lazio ha quasi sempre giocato bene, ma soltanto nelle ultime settimane ha trovato la quadratura del cerchio: squadra corta, veloce, tosta. Affamata e esperta. Abile sia quando è chiamata a fare la partita, sia quando punta sulle ripartenze. Candreva è il Cuadrado biancoceleste: centrocampista, ma anche attaccante, fulminante quando salta l’uomo e crea superiorità numerica. Djordjevic è partito in sordina e adesso è in sintonia con i compagni: una tripletta a Palermo nell’ultima trasferta, una rete di testa contro il Sassuolo. Vecchi e nuovi campioni. Mauri, trentaquattro primavere, implicato nel calcio scommesse, è fondamentale quando gioca: detta l’ultimo passaggio, ispira il contropiede, sa fare gol. Pioli confida in lui e in Lulic, che dovranno scambiarsi la posizione e sostenere Radu nella marcatura di Cuadrado, ma al tempo stesso dovranno garantire velocità e copertura dello spazio per disinnescare il gioco della Viola. Al possesso palla di Montella, Pioli opporrà un’ossessiva attenzione nell’occupare gli spazi e la velocità di esecuzione.
È una sfida bella e incerta, tra due squadre non pienamente soddisfatte, ma in ripresa. La Fiorentina viene dal rotondo 3-0 che ha cancellato le ombre; alla Lazio i mugugni per le sconfitte con Genoa e Udinese sono diventati applausi. Chi si ferma è perduto.
Fiorentina-Lazio non è solo un derby per l’Europa. È qualcosa di più. Una porta verso il futuro, la scintilla per affrontare bene i prossimi due mesi, decisivi a Roma come a Firenze. «Continuità di rendimento», è la parola d’ordine di Pioli, sei anni viola, un difensore di eccellente qualità, un tecnico forse anche migliore. Soprattutto un ragazzo serio e pratico, che non si volta indietro «perché giocatore e allenatore sono due mestieri diversi» e che è abituato a rimanere concentrato su quello che fa: «Noi e la Fiorentina abbiamo gli stessi obiettivi, perciò stavolta il risultato vale tanto. Servirà essere compatti sia quando la palla ce l’avremo noi, sia quando ce l’avranno loro».
La Lazio ha tutto per arrivare terza. Ma deve migliorare la difesa, che soltanto due volte non ha preso gol. Pioli la cambia anche stavolta: accanto a De Vrij giocherà Ciani (fuori l’infortunato Gentiletti e lo squalificato Cana), mentre Radu si sistemerà a sinistra. Dopo il Milan, quello di Firenze è il secondo scontro diretto con vista sull’Europa: «A San Siro siamo stati ingenui, stavolta sarà diverso», dice Pioli. E assomiglia tanto ad una promessa.
Corriere Fiorentino
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