"Adesso, però, teniamola chiusa nell'armadietto magari con un po' di naftalina per evitare che si sciupi troppo (l'attesa rischia di essere lunga)". Questo l'incipit del pensiero di Ernesto Poesio quest'oggi sul Corriere Fiorentino, un parere riguardante la maglia numero 10 che fino a poche settimane fa apparteneva quasi di diritto a Federico Bernardeschi. Un numero da non rivedere presto in campo - a meno di spalle davvero meritevoli - "giusto per evitare qualche altro bacio di aspiranti juventini". In un'epoca in cui il valore rappresentato da quell'1 e quello 0 vicini non è più così forte, in cui i calciatori scelgono ogni sorta di numero da apporre sulle proprie divise, allora forse è meglio non vederla proprio fra chi scende nel rettangolo verde. Suo malgrado, infatti, "a trarre in inganno è stata proprio quella maglia, tradita due volte perché utilizzata come una mostrina personale e non come simbolo di un vero e proprio attaccamento alla maglia". E, magari, sarà proprio la Società a far di nuovo ambire a quella maglia, nella speranza che, nonostante lo stesso nome, ci siano un po' più Chiesa che Bernardeschi.
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Corriere: “Ora lasciate la ’10’ nell’armadietto (e fatela sognare)”
La partenza di Bernardeschi ha di fatto liberato la maglia "dei campioni"
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