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Nuovo stadio, proroga concordata: oggi l’incontro per il nuovo termine. La Fiorentina…

La società viola ha già speso 2 milioni di euro in carte. E per arrivare al progetto definitivo deve spenderne altri 5: vuole certezze prima di investire

Redazione VN

Nuovo stadio, proroga concordata per il progetto definitivo - scrive La Repubblica oggi in edicola -. Preso atto che la Fiorentina non presenterà il progetto entro il 31, Palazzo Vecchio cambia strada. Con un messaggio dallo spirito natalizio, l’assessore all’urbanistica Giovanni Bettarini annuncia davanti al consiglio comunale che gli  uffici tecnici valuteranno l’avanzamento della progettazione ed insieme alla Fiorentina definiranno quali sono i tempi opportuni. Un termine che potrebbe essere il prossimo settembre, o magari ottobre. Comunque inferiore, per non dare l’impressione di un “cedimento”, rispetto a quello ipotizzato dai viola, che nel documento di una decina di giorni fa aveva parlato di sei mesi a partire dall'approvazione del nuovo Piano di Castello.

Oggi stesso i tecnici viola s’incontreranno con quelli dello studio Rolla di Torino, incaricati di progettare stadio e cittadella. E insieme sfoglieranno le carte consegnate fin qui al Comune per capire quanto tempo ancora occorre per arrivare alla stesura definitiva del progetto e dare un termine credibile, non passibile di proroghe ulteriori. Palazzo Vecchio conta di avere la nuova Castello a primavera e la Confererenza dei servizi è già stata convocata per gennaio. Ma perché non approfittare dei tempi della variante per finire il progetto?

È quello che pensa Palazzo Vecchio. Non la Fiorentina però, che ha già speso 2 milioni di euro in carte. E per arrivare al progetto definitivo deve spenderne altri 5. Dal momento che solo la variante Castello può offrire certezze sul trasferimento della Mercafir, e dunque sul futuro del nuovo stadio, la Fiorentina non vorrebbe tirare fuori altri 5 milioni senza avere certezze. Convinta com'è che, qualora disponesse dell’attuale area Mercafir nel giugno 2019, potrebbe completare lo stadio, se non la cittadella, nel 2021. Ma sono tutti calcoli fatti ancora senza l’oste. Cioè senza l’Unipol. Che succede se la compagnia assicuratrice proprietaria dei terreni presentasse un ricorso al Tar contro il nuovo Piano urbanistico di Castello?

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