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Nuovo stadio: il piano per trasformarlo in mini-cittadella

Si pensa al trasloco delle ditte per far spazio all’idea dei Della Valle

Redazione VN

Un tassello alla volta la sistemazione della Mercafir va avanti. Ieri il cda, guidato da Angelo Falchetti, si è riunito per valutare le analisi, svolte nell’ultimo mese, sui possibili sviluppi dell’area mercatale dopo la Variante urbanistica già approvata da Palazzo Vecchio. Una valutazione «positiva» quella risultata, alla fine della seduta, sulle opportunità di trasformazione e ammodernamento dell’area. Ora le analisi effettuate saranno consegnate all’amministrazione comunale che userà i dati a supporto delle delibere necessarie per i nuovi progetti.

Intanto i tifosi viola sognano. Primo fra tutti il sindaco, Matteo Renzi. Sì proprio il Rottamatore innamorato persino della sua cravatta viola. Bene. A nemmeno 12 ore dall’esito negativo delle primarie, è stato subito richiamato all’ordine su stadio e cittadella. Altro che spending review e spread in altalena, altro che difficili rapporti da gestire con la teutonica Merkel. Il primo tema che gli è rotolato sulla scrivania lunedì mattina è stata la costruzione del nuovo stadio. «Se Renzi rimane a Firenze come sindaco ancora per due anni — gli ha mandato a dire Paolo Panerai del cda della Fiorentina — credo che debba occuparsi non solo di stadio, ma soprattutto del sistema che era stato annunciato da Diego Della Valle della Cittadella Viola».

Cioè non solo l’impianto sportivo, ma la via della moda, i negozi delle più importanti griffe del mondo, una realtà dedicata alla moda e allo sport: i must di famiglia. Con due obiettivi dichiarati: creare un polo di attrazione per i turisti, i cinesi in particolare, e dar vita a un sistema che faccia la differenza sul piano dei ricavi, perchè la Fiorentina possa pareggiare i conti e avvicinarsi quindi alle disponibilità economiche delle altre grandi squadre europee. Visto che non ricava gran che dai diritti televisivi.

A rimettere la palla al centro Renzi non ci ha messo più di tanto: «I rapporti con Diego e Andrea Della Valle sono ottimi; credo che non ci sia bisogno di spendere ulteriori parole su questo». Detto e fatto: ieri il cda sulle prime analisi sui 60mila metri quadrati individuati nella parte più a nord dell’area dove lavorano una settantina di aziende con circa 1500 operatori. In realtà la decisione di ‘salvare’ l’area Mercafir dallo ‘spezzatino’ di vendite (con aste spesso deserte) cui sembrava destinata, è arrivata nella giunta Renzi, prima di quella di utilizzare i restanti 32 ettari per il progetto viola. E il sindaco ha sempre detto che, indipendentemente dalla collocazione del nuovo stadio, quell’area aveva bisogno di essere ripensata e rilanciata per migliorarne la produttività. Oggi gli operatori pagano per l’affitto di quei capannoni poco attrezzati circa 5 milioni di euro di affitto l’anno. E in campo c’è anche l’idea di una vendita dell’area che possa consolidare la loro posizione anche nell’assetto dell’azienda.

Intanto i tecnici della famiglia Della Valle studiano le carte della variante urbanistica e non ne fanno mistero. «Prima di Natale — aveva lasciato intendere Andrea Della Valle — potrebbero esserci delle sorprese». Ma nel campo delle ipotesi c’è anche la speranza, mai abbandonata dal patron della Tod’s, di recuperare almeno parte dell’area di Castello. Il proprietario. il nemico di sempre, Salvatore Ligresti sta navigando in acque difficili. E anche quell’area, da anni sottoposta a sequestro giudiziario, potrebbe finire all’asta. La famosa Cittadella avrebbe allora molte più chance di espansione. In questo caso, però, i sogni viola dei fiorentini sarebbero destinati ad attendere.

Paola Fichera - La Nazione