Dai, proviamoci. Questa è una storia di quelle che potremmo portare sempre con noi. Diciamocelo: non ci capitano spesso storie così. Ci si illuminano gli occhi quando ricordiamo Wembley, quando parliamo di Anfield road, quando ricordiamo le notti in cui l’odore degli hot dog, la schiuma della birra e le nuvole del cielo inglese hanno accompagnato la nostra personale conquista del mondo. Qualcuno dirà che siamo provinciali. Che frequentiamo l’Europa con l’assiduità di uno studente scapestrato e forcaiolo. Oppure che questa Coppa non è chissà cosa, piena zeppa com’è, nei giorni del girone, di squadre in overdose di consonanti.
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Noi eterni provinciali aggrappati ad una partita unica
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
Sembra il Risiko, prima che la faccenda si faccia più seria. Sì, può darsi che gli altri abbiano ragione. Ma a noi piace così. Ci piace piantare la nostra bandiera ovunque. Rischiando tutto. Perché i pullman viaggiano lenti, ma il cuore batte a mille e anche dipiù. E allora eccoci qui, per provare a trasformare l’impossibile in possibile. Per raccontare a tutti una storia che non somiglia proprio a quel copione prestampato e distribuito dai media che spacciano minuti di attenzione e aggettivi superlativi seguendo la fredda logica del bacino di utenza.
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