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Noah fa rock l’inno di Parigi. E lui: meglio cantato da me

Le parole dell'ex tennista e ora rocker che ha rivisitato l'inno della Fiorentina

Redazione VN

Lo ha ascoltato una volta, poi un’altra. Qualcuno in strada gli ha perfino chiesto cosa ne pensasse. Anche perché in questi giorni, il video dell’inno della Fiorentina rivisitato e cantato dall’ex tennista Yannick Noah, ora rocker, consulente psicologico della nazionale di calcio camerunense e testimonial di Le Coq Sportif , sui social network sta diventando virale (già 80.000 visualizzazioni in 24 ore solo sulla pagina Facebook della casa d’abbigliamento francese con oltre 1.400 condivisioni). Narciso Parigi ricorda bene anche l’esibizione di Yannick in piazza Santo Spirito a luglio, durante la presentazione delle nuove divise viola: «Apprezzo tutte le persone che vogliono bene alla Fiorentina — dice, mettendo le mani avanti — la melodia può anche essere divertente ma questa canzone cantata da un fiorentino fa tutto un altro effetto». Un giudizio chiaro, netto. Senza troppi spazi per i complimenti. Lui, fiorentino doc, da sempre voce della Fiorentina a ogni discesa in campo delle maglie gigliate al Franchi, non è proprio entusiasta del vestito rock messo addosso a «Canzone viola».

Un po’ per le parole non scandite bene dall’ex tennista francese, un po’ per un arrangiamento che rompe troppo gli schemi della versione originale. Eppure in passato (era il 2004, anno del ritorno della Fiorentina in serie A) un mostro sacro della scena musicale internazionale, Alan Parsons, ha provato a metterci le mani. Con risultati apprezzati dallo stesso Narciso Parigi: «Quel pezzo — racconta con orgoglio l’ottantottenne chansonnier fiorentino — è stato suonato per settimane nelle discoteche di New York. Era una versione speciale, incisa da me in collaborazione con Alan Parsons, uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Quella sì che è stata un’immensa soddisfazione. Il risultato fu un sound unico, irripetibile». In effetti quella traccia oggi è una rarità, introvabile anche sulla Rete. «Ora che mi ricordo — prosegue Parigi — nei primi anni ‘60 anche Mogol scrisse per me un testo alternativo, era proprio una canzone diversa, non una rivisitazione. Però la proprietà del tempo decise di non sostituire l’originale e ancora oggi c’è il testo cantato da tutti i tifosi viola. Meglio così, è genuino e appartiene a noi fiorentini». A dire il vero la versione di Noah raccoglie anche qualche consenso tra i tifosi, che ne apprezzano proprio il sound più «giovane». Anche se — si fa notare in molti commenti — l’originale è sempre l’originale.

Tornado a Parigi, il maestro non risparmia neanche O generosa l’inno ufficiale della serie A scritto da Allevi e suonato prima di ogni partita con le squadre in campo: «È difficile ascoltarlo in mezzo ai fischi. Per me i tifosi fanno bene a comportarsi così. Cosa c’entra quella canzone con il calcio? Poco e nulla, glielo dico io». Infine due parole sulla Fiorentina di Paulo Sousa, che ha riportato la maglia viola in testa alla classifica. «Sono contentissimo per la squadra e l’allenatore. Ora però ci vuole tanta umiltà, solo così potranno regalarmi la gioia più bella della mia vita: festeggiare il terzo scudetto». Magari cantando ancora una volta l’inno viola con la sua inconfondibile voce.

Corriere Fiorentino