All'interno dell'inchiesta condotta dal Corriere della Sera sul fenomeno delle simulazioni in Italia, troviamo anche le parole di Marcello Nicchi, presidente dell'AIA: "Le simulazioni? Limiti culturali, in Premier chi si butta viene insultato da tutto lo stadio. Simulare è vergogna che va estirpata, perché è la negazione stessa dello sport, il simulatore va emarginato. Che sia un problema culturale non ci piova ma c'è una riflessione ulteriore: la simulazione attecchisce dove il livello tecnico è scarso. La Serie A è il regno dei simulatori perché è un torneo di basso livello: provi a fare il furbo perché è l'unico modo per cavartela, o almeno credi sia l'unico modo. Se sei forte mica hai bisogno di buttarti in area: ti fidi delle tue qualità e calci in porta. Non è un caso che in testa alla classifica dei simulatori ci siano squadre di bassa classifica.
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Nicchi: “Le simulazioni in Italia? Un limite culturale. Attecchiscono quando il livello è basso”
Le parole del presidente dell'AIA: "Il rimedio? Più che sul pugno duro, tipo squalifiche esemplari di 4-5 giornate come sento dire in giro, dobbiamo puntare su un'evoluzione culturale"
Il rimedio? Più che sul pugno duro, tipo squalifiche esemplari di 4-5 giornate come sento dire in giro, dobbiamo puntare su un'evoluzione culturale, e direi quasi estetica. Gli arbitri devono essere una guida, aiutare i calciatori a migliorare sotto questo aspetto, a crescere, a evolvere. In questo senso siamo più avanti dei giocatori, e lo stiamo dimostrando, ma il nostro compito è contribuire a migliorare il movimento. E' il messaggio che gli arbitri di tutte le varie sezioni locali stanno portando in giro ogni domenica sui campi, soprattutto su quelli giovanili, perché è lì che poi si fa il futuro. Serve dialogo, che per noi è fondamentale, decisivo. I risultati pian piano arrivano: pensate ai falli, tre o quattro anni fa erano 50 a partita, oggi 25-30: oggi i contatti leggeri non si fischiano più, i giocatori hanno capito che protestare serve a poco, quindi si rialzano e subito, cosa che fino a poco tempo fa non succedeva, se ci fate caso".
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