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Neto vs Scuffet, il derby dei baby fenomeni

Entrambi hanno stupito e sognano la nazionale: ecco il confronto

Redazione VN

La baby generation dei portieri è lunga. E ci sono dentro nomi che hanno fatto la storia. Albertosi ha esordito a 15 anni, Ghezzi e Pfaff a 16, Buffon e Cech a 17, Casillas a 18, solo per fare qualche nome. Ma adesso nel club c’è anche Simone Scuffet, numero uno dell’Udinese, diciotto anni ancora da compiere e un futuro da fenomeno. Così dicono. È il più giovane tra i portieri della Serie A (i più vecchi sono Abbiati e De Sanctis, 37 anni), sopra di lui Perin e Bardi (22), Neto (25) e poi tutti gli altri. E domani Scuffet e Neto saranno a cento metri uno dall’altro. In porta. Il futuro del calcio internazionale.

Neto in estate sembrava destinato a lasciare la Fiorentina, ogni giorno c’era un nome nuovo per la porta della squadra di Montella. Invece è rimasto e ha stupito tutti. Tante scuse e un campionato da protagonista. Qualche errore, ma un sacco di partite decisive. Uno dei più positivi. Scuffet è arrivato in porta per caso, a febbraio, dopo l’infortunio di Brkic. Però è rimasto in campo anche quando l’altro è tornato. I portieri crescono in fretta, si sa, e lui ha già dimostrato di avere qualità e carattere.

Due grandi scuole a confronto, quella italiana e quella brasiliana, due ragazzi ambiziosi, due scommesse vinte. Anche se il processo di crescita è appena all’inizio. Neto è un po’ più avanti, Scuffet è partito ora. In ogni caso sono due con la testa sulle spalle e le idee chiare. «Devo mantenere i piedi per terra per arrivare lontano - ha detto Scuffet -. Ma è importante anche andare bene a scuola». «Voglio vincere con la Fiorentina. Vincere qui sarebbe fantastico» ha spiegato Neto. Intanto c’è questa partita. Uno davanti all’altro. Quarantatré anni in due. Zoff quando smise ne aveva quarantuno.

Giuseppe Calabrese - La Repubblica