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Neto, dall’incubo all’orgoglio

Il brasiliano ha un conto aperto con Muriel e l’Udinese

Redazione VN

Se è vero che non c’è due senza tre, resta da capire a quale precedente deciderà di affidarsi mentalmente Norberto Murara Neto.

Perché lo stadio Friuli non evoca esclusivamente uno dei momenti più difficili della carriera in viola del portiere brasiliano, ma anche una serata da incorniciare. Si potrà eccepire, semmai, sul fatto che in quest’ultima circostanza i viola affrontarono Guidolin in Coppa Italia e non in campionato, ma al di là delle attenzioni televisive (e dei tifosi sugli spalti) una vittoria in trasferta ha identico valore. Era il 19 dicembre di un anno fa, infatti, quando la squadra di Montella andò a giocare a Udine l’ottavo di finale di Coppa Italia.

La Fiorentina non giocò il calcio spumeggiante che ha contraddistinto la passata stagione, ma l’uno a zero di Borja Valero fu sufficiente. Per la verità furono i padroni di casa ad avere costantemente in mano il pallino del gioco, ma un pizzico di buona sorte e soprattutto un Neto in versione saracinesca assicurarono alla Fiorentina il passaggio ai quarti di finale contro la Roma allora allenata da Zeman. Non fu il preludio a un cammino vincente in Coppa (contro i giallorossi i viola uscirono sconfitti ai supplementari) ma certo quella prestazione resta tra le migliori di Neto. Sicuramente si trattò di una prova lontana anni luce dalla successiva esperienza friulana. Nemmeno un mese più tardi, infatti, e con Viviano ancora accantonato dallo stesso Montella (guarda caso il portiere fiorentino pagò le disattenzioni commesse nella sconfitta contro la stessa Roma) Neto sembrò tradire di nuovo la fiducia di tecnico e tifosi.

Perchè nel 3-1 rimediato da Di Natale e compagni ci fu molto del portiere viola, in particolare su una conclusione dalla lunghissima distanza di Muriel che sorprese completamente Neto, tramutando un intervento semplice in un gol pesante.

Due giorni dopo, in Coppa Italia e proprio in quel quarto di finale perso contro la squadra di Zeman, toccò ancora a Neto, ma certamente l’errore di Udine ebbe un peso decisivo nel successivo avvicendamento tra il brasiliano e Viviano. Corsi e ricorsi del destino per un portiere come Neto ormai abituato a convivere con critiche e mozioni di sfiducia. Dal canto suo, il numero uno brasiliano, sembra però essersi lasciato alle spalle i momenti più bui, e anzi non sono mancate le dimostrazioni di crescita caratteriale e di personalità. Un motivo in più per augurarsi che a Udine, Neto, possa ripetere una prestazione importante come gli capitò in Coppa Italia, cancellando del tutto l’erroraccio che consentì a Muriel, in campionato, di regalare all’Udinese tre punti.

La Nazione