Fiorentina autorevole, belloccia e vincente. Quattro gol nella porta del Cesena (più un autogol plateale) per una partita comunque senza storia, dominata dalla squadra di Montella, quella che sta tornando quella dei giorni migliori: fluida, decisa, creativa. E così la serie positiva non si ferma. Tutti ci auguravamo che la Fiorentina approfittasse di un calendario teoricamente facile con un unico ostacolo sistemato sul percorso, cioè la Juventus. Il gruppo ha seguito la strada dei nostri desideri, ritrovando le sue armi letali e, soprattutto, i suoi giocatori di grande talento: Pizarro e Borja Valero, tanto per cominciare. E poi, soprattutto, quel ragazzo speciale chiamato Mati Fernandez. Montella aveva deciso di puntare su di lui come uomo di raccordo tra il centrocampo e Mario Gomez. Il cileno ha risposto con una partita perfetta, fatta di assist, dribbling, generosità e punizioni tagliate da vero artista. E' evidente che in mezzo a tutta questa felicità per una vittoria prepotente e alla soddisfazione per una classifica che rimette la Fiorentina in corsa per i suoi obiettivi europei, risalta il ciuffo triste del tedesco più pagato del campionato italiano: Mario Gomez, ex grande attaccante del Bayern e, attualmente, parodia di se stesso. Naturalmente ora non è il momento di infierire su un giocatore che vive una storia tutta sua. Lo fa dentro ogni partita, dentro ogni azione. Lui scivola, lotta, sbaglia gol fatti, prende traverse e passa buona parte del tempo in fuorigioco. È una situazione imbarazzante. E possiamo solo sperare che ne sappia uscire fuori alla svelta e in maniera definitiva. Gomez è stato difeso e lo sarà ancora. Ed è giusto così.
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Nella festa del poker viola solo Gomez ha perso il biglietto
Una giornata splendida, con un’unica nota negativa: il tedesco. L’incipit dell’articolo di Ferrara
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su Repubblica in edicola
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