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Nel salotto d’Europa, senza le milanesi

Se aprile è dolce dormire, secondo un vecchio e caro proverbio dei nostri nonni, qui chi s’addormenta è perduto. Aprile è il mese della verità, cruciale per la caccia all’oro …

Redazione VN

Se aprile è dolce dormire, secondo un vecchio e caro proverbio dei nostri nonni, qui chi s’addormenta è perduto. Aprile è il mese della verità, cruciale per la caccia all’oro della Champions aperta a cinque squadre che disegnano la nuova borghesia del pallone. La crisi della Milano da bere ha favorito la rinascita di realtà frizzanti che portano in dote campioni suggestivi e partite che promettono di dare un senso ad un campionato che ha già assegnato lo scudetto alla solita Juventus.

Dietro ai bianconeri si balla ad un ritmo frenetico. Cinque squadre in sette punti per due posti nel volatone che comincia oggi. Dieci giornate da brividi, 900 minuti palpitanti, sette scontri diretti, due già questo pomeriggio nel sabato Santo: alle 12,30 il derby del Sud tra Roma e Napoli e alle 18,30 Fiorentina-Samp. La Viola è l’ultima del lotto, lontana un punto dal Napoli, due dai blucerchiati, sei dalla Lazio e sette dalla Roma. E si gioca tutto nei prossimi centottanta minuti: questo pomeriggio contro Mihajlovic e domenica prossima in trasferta in casa del Napoli di Benitez (nel mezzo c’è pure la delicata semifinale di coppa Italia contro al Juve).

Montella deve schiacciare subito il pedale dell’acceleratore, sintonizzare il gruppo sulle frequenze giuste (vietate le false partenze), avviare nel migliore dei modi il fantastico aprile fatto di otto partite su tre fronti. Roba da leccarsi i baffi ma che obbliga il gruppo a non perdere un colpo né sul piano dell’intensità, né su quello della tenuta nervosa perché dopo una grande partita ce n’è subito un’altra più grande. Così come gli avversari saranno di grande qualità: Eder e Eto’o, poi Tevez e Morata, infine il Pipita Higuain. La difesa non deve sbagliare un colpo perché, come diceva Capello, vince chi subisce meno gol e non chi ne segna di più. Resta il fatto che la Fiorentina non vuole mollare niente.

La finale di coppa Italia è forse l’obiettivo primario, dopo ci sono i quarti di Europa League con la Dinamo Kiev, ma il campionato è una bella porta sull’Europa che sarà: cinque squadre per cinque posti, ma con i soldi della Champions i programmi sarebbero più ambiziosi.

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Alessandro Bocci - Corriere Fiorentino