TUTTO è iniziato da un dettaglio. Che poi tanto dettaglio non lo è affatto. Perché il mondo cambiava e noi no: fermi, piantati negli anni ottanta con quegli altoparlanti che gracchiavano non si sa bene cosa. Già. Ma la musica, dal punto di vista dello show, non è roba di poco conto. E poi questo sarebbe uno stadio, non un mini market per turisti strascicanti e sudaticci. E così due anni fa hanno comprato delle casse decenti, hanno preso uno speaker non tendente alla depressione e qualcuno che ci capisse di musica adrenalinica da terapia di massa domenicale collettiva. Guns N’ roses e U2,tanto per cominciare. Un passo avanti gigante, rispetto al fastidioso gracchìo vintage come la indimenticabile cassatina Sammontana.
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Musica allo stadio, così è tornata la passione
L’articolo di Benedetto Ferrara sul restyling del Franchi
Ma quello era solo l’inizio di un lungo viaggio. (...) E così nel frattempo ci si è dati molto da fare col restyling. Obiettivo: rivoluzionare il più possibile questo curioso incrocio di anni trenta e ottanta con vaghissimi sprazzi di contemporaneità. E la cosa è stata presa parecchio sul serio, tanto che in due anni sono stati tirati fuori più o meno tre milioni di euro. E la festa fissata per martedì prossimo alle nove di sera servirà anche a questo: a raccontare, attraverso effetti speciali ultratecnologici il cambiamento del tempio viola, oltre che a presentare ai tifosi la nuova squadra e le nuovissime maglie per l’Europa.
(...)
Ma se vuoi cambiare il calcio devi avere coraggio. E se vuoi la gente allo stadio devi fare in modo che possano vedere la partita. (...) E allora il nuovo Franchi ha senso perché la grande novità sta anche nel numero degli abbonati. Il salto è pazzesco: dai 13.800 della scorsa stagione ai 22.200 circa di questa stagione, calcolando che ieri sera è scaduto il termine ultimo e al momento pare esclusa una proroga. Praticamente il doppio di due anni fa. Chiaramente non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché di questo ritorno allo stadio di una città che ha ritrovato i suoi eroi e le sue ambizioni. E questo è ciò che conta di più, mentre il Franchi cerca di inseguire il tempo per non restare indietro. Una lunga e difficile rincorsa, ma l’unico modo possibile per non farsi inghiottire dalla storia.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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