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Montolivo, le verità nascoste nel comunicato soft

Versioni distanti e un caso ‘unico’ nella carriera Branchini (COMMENTA)

Redazione VN

Alla fine di un anno vissuto fra i fischi, degradato dalla società e non dai compagni, preso di mira dai tifosi al primo passaggio sbagliato eppure titolare fisso con Mihajlovic, Rossi e Prandelli in Nazionale, Montolivo ha salutato Firenze con un comunicato. Quasi tutta la verità è stata tenuta nascosta e comunque pochissimi — anche conoscendola nei particolari — avrebbero cambiato idea. E’ difficile rinunciare alle proprie certezze, soprattutto se in ballo ci sono i sentimenti.

Il problema è che non ci sono vie di mezzo in un mondo che in genere respinge le sfumature, non approfondisce, e nel calcio scarica la rabbia a livello terapeutico: i giocatori sono mercenari. (...)

Il comunicato di Montolivo è volutamente piatto e non spiega perché un giocatore così importante sia arrivato alla rottura insanabile con la società che gli aveva offerto considerazione e soldi poco inferiori a quelli del Milan. E resta abissale la distanza fra la versione della Fiorentina (Montolivo ha giocato sporco rinunciando al rinnovo dopo averlo concordato e puntando sullo svincolo a costo zero) e le ragioni di chi assiste il giocatore (il progetto stava finendo senza prospettive, un professionista ha il diritto di cercare un salto di qualità, la Fiorentina ha rinunciato a monetizzare l’addio per imporre la propria linea dura).

Non c’è evidentemente possibilità d’incrocio fra chi parla di comportamento eticamente disonesto e chi accusa la controparte di non accettare il confronto pur di affermare la propria logica. (...)

Se qualcosa di più e meglio avrebbe potuto essere fatto, se all’interno della Fiorentina ci sono state posizioni troppo rigide, sarà giusto fare un esame di coscienza. Se Montolivo è stato un bugiardo, pagherà con il disprezzo. Il tempo come sempre sarà galantuomo. Resta il fatto che, in 26 anni di attività, Montolivo è il primo giocatore della scuderia Branchini che se ne va a parametro zero in contrasto con la società. Sulle contropartite rifiutate dalla Fiorentina (Cassano più metà Paloschi dal Milan, 7 milioni da una squadra spagnola) non ci sono certezze. La verità ha molti padri, le squadre sono figlie di una gestione sana e lungimirante, anche nei rapporti.

Angelo Giorgetti - La Nazione