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Montolivo, Kharja & co: via ai titoli di coda

La vigilia di questa squadra che si accinge alla penultima apparizione sul palcoscenico del Franchi, sarà piena di tormenti e frenesie. Tanti finiranno altrove (con la testa magari molti già …

Redazione VN

La vigilia di questa squadra che si accinge alla penultima apparizione sul palcoscenico del Franchi, sarà piena di tormenti e frenesie. Tanti finiranno altrove (con la testa magari molti già lo sono da un pezzo, altrove). Quindi preparatevi a salutare Kharja, emozionante fantasista così divertente da veder giocare che in confronto il calcolo dell'Imu sembra un party a Ibiza. Poi il fuggitivo Montolivo, che Rossi ha spedito fuori insieme a Gamberini per dare un segnale forte di taglio col passato. Per lui panchina o tribuna. Un omaggio all'orgoglio del tifoso che poco ama i traditori del mitico progettino. E Olivera? Lui invece potrebbe almeno provare a cercare di restare qui da panchinaro. Senza dieci sulle spalle, però. Sì, insomma, boh. Certo che se non resta nessuno se ne accorgerà. Poi c'è l'antico Vargas (un fenomeno quando stava bene), "El loco" peruviano che, in attesa di una destinazione, si allena spesso nel Salamanca (via Ghibellina).

Anche lui è diplomaticamente altrove. Infortunato. Già. E Romulo? Do you remember Romulo? E poi c'è Felipe, il mitico Felipe. Così come esiste ancora Marchionni, un altro che ha patito le epurazioni salentine, come se questa squadra, già ridotta all'osso, potesse permettersi gente in punizione. Ma il cuore del tifoso ferito si rallegra anche con poco. E, nonostante questa annata mediocre, è bello anche fare le giuste distinzioni. Che sia o no in campo c'è da giurarci che il bravo Valon si prenderà un sacco di applausi. Perché Berhami è il lato buono della vita bastarda, la luce nel buio, quello controcorrente che ha lottato quando tutti tiravano indietro.

Lui ha sudato e, soprattutto, nell'opaco grigiore bergamasco, è rimasto in campo reggendosi una spalla malandata. Lui si meriterà la standing ovation. Magari, dovesse restare fuori domani sera, quando all'ultima giornata verrà al Franchi il Cagliari e magari anche Ddv, pronto a benedire un futuro diversamente diverso da questa tristezza. Poi ci sono giovani di talento come Camporese e Nastasic, quelli che prenderanno questa storia come una esperienza utile e formativa. Anche loro riceveranno giustamente gli applausi, perché sono il domani e perché ce l'hanno messa tutta mostrando nervi più saldi dei deludenti veterani. A parte il buon Natali, che probabilmente andrà via (ma non è certo) comunque a testa alta o quasi da Firenze. Discorso a parte per Jovetic, l'unico fuoriclasse che ha fatto i conti con la difficile stagione del ritorno al calcio dopo quasi un anno di stop.

Grandi giocate, tanti gol e molti problemi fisici. Ma la verità è che senza le sue reti una Fiorentina costruita senza capo né coda sarebbe profondata davvero nell'abisso, visto che Amauri (tanti cari saluti) ha prodotto una rete sola. Certo, una rete pesante e importante, costata comunque circa 2 milioni di euro, cioè l'ingaggio lordo dell'attaccante.E Cerci? Sì, il fenomeno di Valmontone, quello che c'è e non c'è, appare stupisce e scompare. Forza Cerci, stupiscici per l'ultima volta. Un gol e pace fatta. Così, tra i sorrisi, sarà anche più bello dirsi addio. (...)

Benedetto Ferrara - La Repubblica