L'allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella è stato intervistato da Rosella Sensi per il quotidiano romano Il Tempo. Una chiacchierata probabilmente precedente alle gare del weekend. Queste le sue parole più interessanti:
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Montella: “Sto bene a Firenze, il futuro…”
“Vorrei provare anche un’esperienza all’estero. La finale all’Olimpico…”
Questa Fiorentina è diventata una certezza del campionato, è quarta in classifica nonostante i numerosi infortuni di giocatori fondamentali come Gomez e Rossi i due attaccanti titolari della tua squadra. Quanto di tuo, soprattutto come ex attaccante, vedi nel gioco dei ragazzi?
«Sicuramente il merito dei buoni risultati è da condividere con la squadra e con il mio staff. Il nostro modo di giocare non potrebbe essere messo in pratica senza calciatori con delle particolari caratteristiche tecniche, e quindi non posso non ringraziare la famiglia Della Valle e i dirigenti che mi hanno dato la possibilità di avere una rosa competitiva e adatta a un gioco tecnico e offensivo. Proprio la ricerca del gioco e l’idea che per vincere sia decisivo fare un gol è probabilmente la cosa che maggiormente mi porto dietro dalla mia carriera di calciatore».
La sua è l’unica squadra che è riuscita a battere la Juventus. Come ha fatto?
«Hanno contribuito numerosi fattori, una squadra come la Juve non si batte se tutto non gira come deve. Siamo stati sicuramente bravi a colpirli nel momento in cui erano maggiormente in difficoltà. Siamo stati cinici e questo ha fatto la differenza».
Da grandissimo giocatore ad allenatore, come e se è cambiato Vincenzo Montella?
«Naturalmente cambia tutto, aumentano le responsabilità e cambia l’approccio alle varie problematiche quotidiane».
Siete finalisti di Coppa Italia, la partita si giocherà all’Olimpico, stadio che conosce bene per aver ottenuto importanti successi. Quanta emozione ci sarà?
«L'Olimpico è uno stadio importante per me, lì ho vinto uno scudetto e vinto una super coppa oltre ad aver giocato per 10 anni e questo non lo scorderò mai, però in una finale in particolar modo, è necessario mantenere la concentrazione al massimo e cercare di non lasciare spazio alle emozioni».
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Giocare in finale con il Napoli, che è la sua città, rispetto alla Roma può essere un vantaggio?
«È molto difficile dire adesso se è un vantaggio o no, bisognerà vedere in che stato di salute, anche psicologica, saranno le due squadre a maggio».
Dopo pochi anni da allenatore sempre traguardi importanti a chi da il merito?
«Ma sono davvero tante le persone grazie alle quali oggi sono qui ad allenare una squadra che nella scorsa stagione ha ottenuto degli ottimi risultati e che, anche in questa stagione, sta lottando per obiettivi importanti. A fare nomi si rischia sempre di dimenticare qualcuno. Sicuramente la Roma è stata importantissima, ma anche il Catania e la Famiglia Della Valle avranno sempre la mia gratitudine».
La sua storia con la Roma riprenderà un giorno?
«A Firenze sto bene, abbiamo rinnovato da poco il contratto e per adesso la Fiorentina è il mio unico pensiero. Ho sempre detto che un giorno mi piacerebbe avere l’opportunità di allenare all’estero, ma nel calcio poi può succedere di tutto, magari un giorno, chissà...».
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