Continua lo stallo, mentre a Catania sono convinti che Pulvirenti si stia divertendo con Montella, una vendetta traslata sotto forma di parcheggio accanto al telefono: l’attesa che si prolunga — questo galleggio teso affidato alla diplomazia fra le due società — può essere un modo per complicare la vita all’allenatore che ha accettato il corteggiamento di altre squadre opponendo resistenza zero, o forse meno, ascoltando prima la Roma e poi la Fiorentina. Giochi di nervi e anche di soldi, perché il Catania ha motivi per avercela con Montella e ragioni per far pesare il proprio contratto con la Fiorentina. Che da parte sua non ha intenzione di pagare riscatti, come se l’allenatore fosse prigioniero e nella condizione di non potersi liberare: escluso che al Catania vengano girati giocatori in prestito, figuriamoci in comproprietà.
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Montella sì, ma solo a certe condizioni
Oggi non ci saranno aggiornamenti, domani il giorno decisivo
L’ultima volontà della Fiorentina è pagare un’altra società per ottenere lo svincolo di un allenatore: sarebbe un precedente pericoloso in assoluto e imbarazzante se poi i risultati fossero deludenti, sebbene sul conto di Montella le speranze sfiorino la sicurezza di aver fatto una buona scelta. Quindi calma e gesso. La linea è quella dell’attesa serena, anche perché il Catania sa benissimo che lo sbarco di Montella a Firenze aprirebbe comunque una linea di mercato privilegiata. Ancora due, massimo tre giorni per avere il via libera, oppure concederlo, a seconda dei punti di vista. In subordinata attesa c’è Gianfranco Zola, che ha un fragile vincolo solo con la Federcalcio (allena una selezione giovanile) e potrebbe liberarsi in ogni momento.
La scelta dell’allenatore è ovviamente decisiva per puntare la barra in fatto di arrivi e partenze, siamo in questo momento nella terra di nessuno o di pochi. Fra questi c’è Macia. Il direttore tecnico è al lavoro da sette mesi e ha messo da parte una collezioni di nomi, dati, contatti. Per tradurli in carne e ossa, nella fattispecie con accessori determinanti come le scarpe da calcio, serve il via libera di un allenatore che ancora non c’è.
Montella nel frattempo ha scelto il suo staff, che poi sarebbe quello avuto a Catania: oltre al vice Daniele Russo, il preparatore atletico Emanuele Marra. A Firenze verrebbe anche Giuseppe Irrera, inquadrato a Catania come «collaboratore tecnico» e in realtà utilizzato come tattico. Anche sulle punizioni, grazie ai suoi schemi: non è forse un caso che il Catania in questo campionato abbia segnato molti gol sfruttando i calci da fermo.
Oggi difficilmente potranno esserci aggiornamenti, ma da domani ogni ora sarà buona. La Fiorentina si immagina che in Sicilia non ci saranno mosse definitive per creare una crisi diplomatica e sa che Pulvirenti ha anche il problema di dover annunciare il prossimo allenatore. Favoritissimo Marino. Nel caso di Montella c’è anche un’ulteriore carta da giocare, la rescissione del contratto con una penale da pagare. Ma certamente non sarebbe la Fiorentina a farlo. La panchina viola merita pure qualche sacrificio.
Angelo Giorgetti - la Nazione
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