Genova (per loro). Perché comincia tutto da qui, con la Sampdoria comune denominatore per Montella e Mihajlovic. Vincenzo e Sinisa sono stati compagni con la maglia blucerchiata e non a caso la Samp ha rappresentato molto per entrambi. Dalla sommità della Lanterna, in un pomeriggio di dicembre di 14 anni fa, l’Aeroplanino più celebre del pallone di casa nostra confidò il suo desiderio di diventare un simbolo del calcio italiano. Due anni e mezzo dopo, quando era ancora genovese, Sinisa divenne ufficialmente cittadino italiano.
stampa
Montella-Mihajlovic: amicizia, maestri, Genova e strani libri
Vincenzo punge l’ex compagno: «L’avevo lasciato ai romanzi leggeri, non lo riconosco più»
NUOVI ORIZZONTI
Poi le loro strade si sono divise, ma la Samp li terrà sempre uniti. Montella ha giocato nella Samp complessivamente per quattro anni. Ha iniziato con Eriksson chiudendo con Mazzarri: dal calcio bohémien di Svengo a quello ascetico di Walter. Con un merito (raro): è uscito indenne dal salto mortale che lo portò dal Grifone alla Samp, a riprova del fatto che l’uomo è vero. Alla Samp gli hanno voluto bene davvero. L’Aeroplanino più forte della malasorte vedeva la porta come pochi e, soprattutto, ci ha sempre messo l’anima. Che il suo futuro da allenatore fosse già nell’aria, s’era capito sette anni fa, quando iniziò ad Alassio il corso da tecnico di base. Quanta acqua sotto Ponte Vecchio, da allora. La storia di Sinisa allenatore della Samp risponde invece a un richiamo del cuore e a un debito morale da lui maturato nei confronti del suo passato, quando Edoardo Garrone lo chiamò quasi un anno e mezzo fa per guidare la Samp fuori dalla tempesta.
TURBOLENZE VIOLA
La Fiorentina è un’altra storia. Vincenzo è passato indenne attraverso molti imprevisti e pericolose turbolenze, riuscendo a tenere saldo il timone e a togliersi — gliene va riconosciuto il merito — molte soddisfazioni. Sapendo bene che i tifosi viola non fanno prigionieri. O li conquisti, oppure sei fuori. Ne sa qualcosa Mihajlovic. Grande inizio, il suo, nell’estate 2010, con il sogno di un posto in Champions. Poi, i primi segnali negativi. Babacar per primo nel mirino, e a seguire gli altri. Mihajlovic intransigente all’ennesima potenza, con un rigore poi mitigato negli anni. Sino al suo divorzio: novembre 2011. Da signore, chiedendo scusa a tutti. Ieri Vincenzo ha scherzato sull’amico, che aveva usato una dotta citazione («mira alla luna, mal che vada cadrai sulle stelle»)pensando al sogno-Champions blucerchiato. «Legge troppi libri, l’avevo lasciato che si dedicava solo ai romanzi leggeri, non lo riconosco più». Attento, caro Vincenzo: Sinisa è un uomo e un tecnico nuovo che nulla teme, neppure una Viola pronta per la volata finale.
La gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA