A forza di giocare come il Barcellona, prima o poi arriva il giorno in cui ti bastonano come se fossi una squadra di dilettanti. Nel caso della Fiorentina è successo dopo due mesi e contro una Roma in grande spolvero, la migliore della stagione in questo momento, con un Totti che non giocava a simili livelli nemmeno quando aveva dieci anno in meno. Oddio, se qualcuno dei viola avesse almeno provato a fermarlo, chissà se il capitano giallorosso starebbe proprio sul trono dell’Olimpo. E, più in generale, la squadra di Montella ci ha messo del suo per ingigantire i meriti di quella diretta da Zeman, uno che ha più vite dei gatti. Ma con i se e i ma del giorno dopo si va poco lontano e comunque, vista la cavalcata viola fino a sabato sera, fare drammi sarebbe fuori luogo. Sarebbero invece molto apprezzate dai tifosi, ma non solo, un paio di mosse sul mercato di gennaio che mettano i viola al riparo da infortuni e altri malanni che possono capitare nel corso della stagione. Detto questo, non aspettiamoci che la Fiorentina quando si trova in difficoltà giochi palla lunga e pedalare e si difenda con il catenaccio, o rinunci al tentativo di fare bel gioco per preoccuparsi solo di spezzare la manovra altrui: è un tipo di calcio che Montella non solo detesta ma che non ha proprio nelle corde, non fa parte della sua cultura e probabilmente se dovesse metterlo in pratica non saprebbe nemmeno da che parte cominciare.
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La Nazione: Montella, è il momento di cambiare
Una Fiorentina presuntuosa che ha bisogno di due rinforzi (COMMENTA)
Dunque, in caso di assenze eccellenti o di uomini chiave non al meglio della condizione, il caso di sabato sera appunto, al massimo si può ipotizzare un modulo più duttile del solito ma non certo una filosofia diversa da quella di puntare prima di tutto sul giocarsela sempre e comunque, prendendosi tutti i rischi che ciò comporta. L’allenatore viola non ama i numeri e la rigidità degli schemi, vero, ma lavora con giocatori di notevole spessore tecnico che hanno già dimostrato di sapersi adattare anche a ruoli che non coincidono con le loro caratteristiche: Olivera è stato regista con buoni risultati, i difensori se spostati da una zona all’altra del reparto non protestano, Mati ha provato da centrocampista ma anche da seconda punta e via dicendo. Il primo correttivo utile sarebbe quello di non sopravalutarli: Cuadrado sulla fascia ha bisogno di qualcuno che lo aiuti nella fase difensiva, da seconda punta poi è improponibile; il centrocampo con Pizarro vale una cifra, senza il cileno vale meno e bisogna tenerne conto, tanto più sapendo di avere Aquilani in condizioni precarie; manca un attaccante di peso e di esperienza, è vero, ma nel frattempo non si può lasciar solo Toni là davanti perché fisicamente non ce la può fare e allora i casi sono due: o ci si fida dei pochi giocatori sani e si mandano in campo fin dall’inizio, o si cambia modo di giocare. Poi volendo ci si può sbizzarrire all’infinito con i 4-4-2, 4-3-1-2, 4-3-3, 3-5-2 e chi più ne ha più ne metta. Ma l’importante è trovare il modo giusto per affrontare le difficoltà. Perchè la Fiorentina non può permettersi di essere presuntuosa come lo è stato più volte il Barcellona. Almeno, non ancora.
Laura Alari - La Nazione
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