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Mazzoleni, soliti sospetti

L’errore su De Rossi e non solo: Firenze trema

Redazione VN

Paolo Silvio Mazzoleni, antiquario di Bergamo, fischietto internazionale, torna a incrociare la Fiorentina. E questa, bisogna essere sinceri, è stata una di quelle notizie che i tifosi viola, ieri mattina, hanno faticato a digerire.

E’ lui l’arbitro che il designatore Braschi ha deciso di mettere al timone di Milan-Fiorentina. Già, proprio lui, che nel finale della scorsa stagione, a Firenze, non fischiò quel rigore sacrosanto contro la Roma (fallo di mano di De Rossi in piena area), accendendo una valanga di polemiche, tensioni, paure di complotto ai danni dalla rincorsa viola alla Champions. Champions che poi non è davvero arrivata.

La Fiorentina, insomma, ritrova sulla sua strada Mazzoleni e se già questa non era di per sè una bella notizia, l’aggravante sta nel fatto che la designazione del fischietto bergamasco è apparsa subito come la risposta meno incoraggiante dopo il fattaccio di mercoledì sera contro il Napoli.

Nel gioco dei sospetti, dei dubbi e del «c’è qualcosa che non va», l’assegnazione della sfida di Milano a Mazzoleni appare quasi una sceneggiatura perfetta. In negativo. Firenze e la Fiorentina, dopo il rigore non dato, l’espulsione per (falsa) simulazione di Cuadrado, i ricorsi e i contro ricorsi bocciati, magari si aspettava qualcosa di diverso. E non certo di partire per Milano con i fantasmi di quel match con la Roma (viola sconfitti per 1-0 con gol di Osvaldo all’ultimo istante), match marchiato appunto dalla giornataccia di Mazzoleni.

Certo, facendo un passo indietro — e per dovere di cronaca — va ricordato che nel 2011, l’arbitro di Bergamo, al «Franchi», fu decisivo (in negativo) proprio per il Milan.

Quel giorno Mazzoleni annullò a Seedorf un gol (fuorigioco) che poi le moviole — all’unanimità — decifrarono come un gol regolare e da convalidare. Sempre in quella partita (0-0 il finale), ci furono almeno un paio di episodi, ancora per i rossoneri, che fecero gridare al rigore.

Fotogrammi del passato, certo, che comunque non servono ad annacquare le perplessità del popolo viola.

Che poi, sempre parlando di Mazzoleni, deve fare i conti anche con suggestive leggende metropolitane, come quella (già circolata all’epoca della polemica post Fiorentina-Roma), che l’arbitro sarebbe stato in un passato comunque ormai lontano (non più avanti dell’anno 2000) presidente del Milan Club della sua città, Bergamo.

Perché, la storia in rossonero, fu fatta circolare in conseguenza dello schiaffo subito contro la Roma? Semplice, la Fiorentina si fermò favorendo così la rincorsa Champions del Milan. Una sceneggiatura perfetta. Anche quella volta.

La Nazione