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Mauri nega tutto. Giallo Milanetto: sospetti sul derby!

Ieri l’atto finale è toccato a Stefano Mauri. La notte era già scesa su Cremona e le luci gialle illuminavano la strada di fronte al Tribunale, quando si è concluso …

Redazione VN

Ieri l'atto finale è toccato a Stefano Mauri. La notte era già scesa su Cremona e le luci gialle illuminavano la strada di fronte al Tribunale, quando si è concluso l'interrogatorio del laziale di fronte al gip Guido Salvini. Una deposizione molto attesa. Mauri ha negato i contatti con lo slavo Ilievski, uno dei capi degli zingari, e sulle altre contestazioni (per esempio i frequenti contatti con Zamperini e la scheda telefonica da lui usata ma intestata a Samantha Romano, fidanzata di un titolare di agenzie di scommesse amico dello stesso Zamperini) ha fornito una serie di elementi che dovranno essere verificati dagli inquirenti. Gli avvocati si sono mostrati ottimisti e hanno chiesto la scarcerazione. Ma le fonti investigative considerano le giustificazioni di Mauri «appiccicate», tanto che non sarebbe una sorpresa se il laziale restasse in carcere anche nel fine settimana.

Derby sospetto

Ma la vera sorpresa era arrivata prima. Nel pomeriggio era stato ascoltato l'ex genoano Omar Milanetto. Accusato, come Mauri, dal grande «pentito» Carlo Gervasoni in relazione all'incontro Lazio-Genoa del 14 maggio 2011, concluso 4-2. Anche Milanetto ha negato la conoscenza con gli zingari. Ma ci sarebbe stato un episodio significativo, che forse spiega gli «aggiornamenti» di cui parlano gli inquirenti. La domanda l'avrebbe posta a Milanetto il pubblico ministero Roberto di Martino. E l'oggetto sarebbe stato un altro: Genoa-Sampdoria 2-1. Quello delle polemiche, del gol all'ultima azione e della contestazione dei tifosi rossoblu contro i giocatori. «Le risulta un accordo per il derby?», avrebbe chiesto di Martino. Al che il gip Guido Salvini avrebbe fermato in anticipo Milanetto, facendo presente che il quesito (trattando di un argomento non contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare) andava approfondito al di fuori dell'interrogatorio di garanzia. A questo forse si riferiva ieri di Martino, quando ha anticipato ai cronisti l'intenzione di «risentire Milanetto più avanti, per tornare su un aspetto che non ho potuto approfondire».

Sorprese

Qualcosa però è stato anticipato da Mattia Grassani, l'avvocato di Milanetto, che ha spiegato come «a domande insistenti su Genoa-Sampdoria» il suo assistito abbia fatto presente «di aver fatto l'assist-gol per Boselli e poi di essersi scagliato contro i tifosi che contestavano il Genoa a fine gara, cosa inconcepibile se si fosse venduto la partita». Fatto sta che il derby dei veleni, dopo il quale Milanetto chiese e ottenne il trasferimento altrove (al Padova) potrebbe riservare a breve altri colpi di scena. Tra l'altro ieri a Milanetto è stata contestata la conoscenza del pregiudicato bosniaco Safet Altic, alias «Sergio», lo stesso fotografato con Criscito e Sculli fuori all'Osteria del Coccio. E Milanetto si è difeso dicendo che faceva parte dell'ala della tifoseria genoana moderata e che perciò lo aveva incontrato per cercare di ricucire dopo il derby.

Sergio è lo stesso che parla in un'intercettazione con Kalazde, che ieri si è a sua volta giustificato dicendo «sono pulito, nella mia vita non ho giocato nemmeno una schedina. Altic me l'ha presentato Sculli». Tornando a Milanetto e a Lazio-Genoa 4-2, la difesa del giocatore ha prodotto un memoriale (con i tabulati del telepass del giocatore e altri elementi) per smontare le accuse contenute nell'ordinanza: non sarebbe stato possibile (orari incompatibili) l'incontro a Milano dopo la gara sospetta a cui avrebbero partecipato anche Zamperini, lo zingaro Ilievski e due ungheresi, mentre la sera del 25 maggio trascorsa con Mauri a Modena sarebbe stata solo una cena a scopo benefico.

La Gazzetta dello Sport