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Mattia, il timido che a Firenze ha deluso

Tra le tante critiche che gli venivano fatte per l’ultima campagna acquisti assai deludente, Pantaleo Corvino controbatteva con accanimento su un ruolo, il laterale difensivo destro. «Ma che dovevo fare …

Redazione VN

Tra le tante critiche che gli venivano fatte per l'ultima campagna acquisti assai deludente, Pantaleo Corvino controbatteva con accanimento su un ruolo, il laterale difensivo destro. «Ma che dovevo fare di più che prendere il titolare della Nazionale?», si difendeva l'ex diesse viola. Ed era davvero difficile dargli torto. Solo che a Firenze il Cassani vero non si è mai visto, sempre ammesso che ci sia un giocatore davvero diverso dal timido frequentatore di fascia che da queste parti aveva cominciato col botto, cioè indossando la maglia azzurra sotto la Maratona nel settembre 2011 contro la Slovenia. Sembrava una bellissima gara tra lui e De Silvestri per un posto da titolare e invece è finita come sappiamo: trasferiti entrambi a Genova, su sponde opposte e portandosi dietro un carico discretamente pesante di delusioni. Perché erano costati tanto, troppo per le attente casse della Fiorentina, che certi fallimenti tecnici li digerisce a fatica. Non esiste un preciso momento di svolta negativa nella storia tra Cassani e la Fiorentina e forse è ancora peggio.

Perché questo gentile ragazzo piemontese di Borgomanero in provincia di Novara, che il prossimo 26 agosto compirà trent'anni, è lentamente scivolato prima verso il sei stiracchiato in pagella e poi un po' più velocemente verso la panchina. E il bello che il primo a escluderlo per scelta tecnica è stato proprio l'allenatore che nelle scintillanti stagioni palermitane maggiormente ne aveva valorizzato le doti, cioè Delio Rossi. Anche se poi la botta definitiva è arrivata ad agosto, con il cambio di modulo e con l'esigenza di avere a destra un giocatore molto più esplosivo, soprattutto capace di saltare l'uomo: Cuadrado. Educatissimo, mai una parola fuori posto, alla fine questo suo stare al proprio posto è diventato per Cassani quasi un limite nella sua (presunta) rincorsa alla maglia, che solo sedici mesi fa era sua a tutti gli effetti. Ci voleva probabilmente qualcosa in più sul piano della cattiveria in allenamento per far cambiare idea a Montella, che ne ha potuto apprezzare più le doti umane che tecniche.

Immune da ogni tentazione notturna, sposo e padre felice di Camilla di non ancora due anni, Cassani è sopravvissuto alla purga estiva essenzialmente per due ragioni: per lui le pernici sono solo degli uccelli e si sperava di riportarlo ai livelli che ne avevano fatto un quasi certo candidato per gli Europei 2012. Solo uomo spogliatoio dunque: un po' poco per chi si trova ancora nel pieno della carriera. Di lui si ricordano la rete decisiva all'Udinese, quasi un anno fa, e un palo bello e clamoroso contro il Milan a San Siro, prima che El Hamdaoui chiudesse la gara. Poco per rimpiangerlo e lui, che è persona onesta, lo sa benissimo. Questo il messaggio lasciato ai tifosi viola: «Vi lascio solo all'inizio di questo grande percorso di crescita, sicuro che sulla vostra strada possiate trovare successi e gioie».

David Guetta - Corriere Fiorentino