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Matos, un jolly per Montella

Lo manda Falcao, lui segna e gioca al…computer (COMMENTA)

Redazione VN

Un brasiliano della porta accanto. In perfetto «Fiorentina Style». Ryder Matos non ha bisogno di unguenti per farsi scivolare addosso complimenti e paragoni illustri. Due reti (ed un rigore procurato) in tre gare di Europa League, è bottino sufficiente per far parlare di sé: il calcio funziona così ed il ragazzo di Seabra, classe ’93, è in città l’argomento del giorno. Lui lo sa e fa spallucce. Conscio che non esaltarsi nei periodi felici aiuta a rimanere calmi in quelli bui. Ragazzo tranquillo, Matos: testa sulle spalle e voglia di pallone. Sempre. Quella voglia che lo ha spinto a cambiare mondo trasferendosi in Italia a 14 anni. Voluto da Corvino nella Viola di qualche tempo fa, Ryder ha ricoperto per anni il ruolo di «promessa» del Settore Giovanile. Nell’estate del 2012 andò in prestito oneroso al Bahia, voluto da un certo Paulo Roberto Falcão. Esordendo nella A brasiliana contro la Portuguesa.Anche perché a Firenze gli spazi erano pochi e dopo tanti anni lontano da casa un po’ di Brasile non poteva che far bene.

Rientro In estate il rientro, la preparazione di Moena, e le trattative di mercato. Ci ha provato prima l’Internacional di Porto Alegre (la squadra di Forlan, Damiao, D’Alessandro e l’ex viola Bolatti). I cui dirigenti sono rimasti una settimana a Firenze nel tentativo, vano, di trovare l’accordo con la Fiorentina. Poi il Siena. Anche qui niente accordo. Ed allora ancora viola e, finalmente, un’opportunità griffata Montella. Il resto è storia nota. Un appartamento in cui vive da solo in zona stadio, un contratto lungo (2016), e gli interessi di un ragazzo di vent’anni. Musica, playstation e computer. Tutto in secondo piano, però, rispetto al pallone. La Viola ne segue l’evoluzione: e l’ottima situazione nel Girone di Europa League lo aiuterà a trovare una maglia da titolare in questa competizione. Le prime occasioni sono state sfruttate, ne avrà altre. Adesso tocca a lui. Carattere e doti, intanto, sono dalla sua.

La Gazzetta dello Sport