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Matos e non solo: la meglio gioventù viola

L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Riders on the storm. Si, mettici la voce di Jim e la tastiere psichedeliche di Ray. Alza il volume ai Doors mentre Ryder attraversa la tempesta di neve sgomitando nel gelo e sul fango. Che partita, il ragazzino brasiliano. Ha uno sguardo da uomo adulto e il fisico di chi non mollerà mai. Aveva sorpreso tutti con una rete da favola contro i simpatici fantasmi portoghesi del Pacos de Ferreira. Poi l’emergenza lo ha richiamato ad alta voce. Sempre in Europa, ma in una partita molto più complicata, su un campaccio della periferia est.

E lui paura zero. Ryder Matos ha lottato, spesso da solo, cercando di aprire spazi, di dare profondità alla Fiorentina. Troppo leggero Mati Fernandez per fargli da spalla nel modo migliore. Ma nella città dal nome che sembra un attacco di tosse canina non era la logica a fare la partita, ma la forza e la personalità di una Fiorentina decisa a rinascere nonostante tutto. Vecchi leoni come Ambrosini e giovani promesse come Ryder Matos: il vecchio e il bambino, coi tacchetti che scivolano sul fango dello stesso campo di battaglia.

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