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Mario Suarez: “Abbiamo il centrocampo migliore d’Italia”

L'intervista al centrocampista spagnolo: "E' una Fiorentina che può arrivare in Champions"

Redazione VN

Sulle pagine di Stadio, troviamo una lunga intervista al centrocampista viola Mario Suarez. A seguire ve  ne riportiamo i passaggi più interessanti:

Mario Suarez, lei è un mediano di rottura e un giocatore abile nel recuperare la palla: sono queste le sue principali qualità?

«La mia funzione è dare equilibrio alla squadra con e senza palla, collocandomi bene, aiutando il gruppo a livello difensivo, facendomi trovare ben posizionato secondo le logiche del reparto. Credo che il miglior centrocampo sia quello che corre, che fa girare l’azione, che si propone e che cerca di essere quanto più completo possibile».

Nel calcio italiano di qualche anno fa, si diceva che la squadra più forte era quella che sapeva difendere tenendo sempre almeno otto elementi dietro la linea della palla. E’ la formula giusta?

«Non lo so, perché il calcio oggi è cambiato. E’ molto più fisico: quello che conta è che in una squadra tutti sappiano attaccare e difendere. Se io, per esempio, aiuto in fase di copertura, l’esterno può scattare sulla fascia e creare superiorità numerica davanti senza alcuna preoccupazione. Una squadra come la Fiorentina sa di dover far forza sul collettivo e non sulle singole individualità».

Chi è Borja Valero?

«Lo conoscevo già, ma quelli che mi hanno sorpreso sono stati Badelj e Vecino. Il centrocampo della Fiorentina ha molta qualità e, soprattutto, credo che tutti questi interpreti siano compatibili tra loro».

Si spieghi meglio.

«Possiamo giocare io e Borja, io e Badelj, Vecino e io o anche loro insieme. Badelj è abile nel lavoro palla al piede. Vecino è giovane ed ha una gran corsa e Borja è un giocatore di assoluta qualità. La squadra non potrà che beneficiare delle specificità di ciascuno di noi».

Lei è nato nel settore giovanile dell’Atletico Madrid ed ha vinto tutto con l’Atletico: c’è qualcuno tra i babies di questa Fiorentina che può puntare a ripetere la sua storia con la maglia viola?

«Bernardeschi, Babacar, Fazzi, Lezzerini, Capezzi, Diakhatè sono giocatori qualitativamente molto dotati e lo dimostrano ogni volta che giocano con noi. Credo che se continueranno così non potranno che avere una carriera importante e mi auguro che ciò possa essere nella Fiorentina perché facciamo parte tutti di una grande squadra che punta a vincere».

Parliamo di centrocampisti. Guarin, Medel, Kondogbia dell’Inter. Pogba, Marchisio, Khedira della Juventus. Parolo, Biglia, Lulic della Lazio. Bonaventura, De Jong, Bertolacci del Milan. Allan, Valdifiori, Hamsik del Napoli. Pjanic, De Rossi, Nainggolan della Roma. Quali reparti delle squadre avversarie, secondo lei, sono più da temere?

«Io dico il centrocampo della Fiorentina, a prescindere da quali saranno i suoi interpreti. Non penso mai agli avversari, non mi lascio preoccupare».

La Juventus resta sempre la favorita per lo scudetto?

«Ci sono stati trasferimenti molto importanti durante l’estate, il mercato è tornato a scommettere sul calcio italiano. Il livello sta crescendo. La Juventus resta comunque la squadra favorita, non si vince la Serie A per quattro anni consecutivamente per caso».

E la Fiorentina dove si colloca?

«La Fiorentina deve pensare soltanto a fare bene contro il Milan. Perché vincere aiuta a vincere e perché una volta che sei in alto, per quanto alla prima giornata, impari subito come fare per restarci».

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Bacca sarà l’attaccante capace di riportare in alto il Milan?

«Il Milan è una grande squadra, con una storia importante, che per altro ha investito molti soldi nella campagna acquisti di questa estate. Bacca ha già dimostrato in Europa col Siviglia di essere un giocatore molto forte, lavora per la squadra, dà fastidio alla difesa avversaria, ma noi dovremo occuparci solo del nostro gioco, senza lasciarci distrarre da niente».

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La Fiorentina dove arriverà in Europa?

«Faremo di tutto per non deludere, ma stando sempre attenti a ragionare giorno dopo giorno. Cercheremo di vincere sempre, di andare più lontano possibile per provare a raggiungere anche la Champions».

Può sognare di vincere l’Europa League?

«I tifosi è giusto che sognino, la squadra invece fa bene a restare con i piedi per terra. Prima pensiamo alla gara col Milan, poi ci sarà il Torino. Il nostro unico pensiero deve essere quello di lavorare al massimo per migliorare nella coralità».

All’Inter, Paulo Sousa è stato compagno di squadra di Diego Simeone, il suo ex allenatore: le ha raccontato qualcosa del Sousa giocatore?

«No, non mi ha detto niente. Simeone è stato il mio allenatore nel passato, adesso il mio presente è con Paulo Sousa, tecnico molto esigente, che trasmette i suoi concetti di pallone con grande trasporto e passione».

Come ha ritrovato Giuseppe Rossi, in passato suo avversario ai tempi del Villarreal?

«L’ho sofferto quanto giocava in Spagna, perché era imprendibile, e ora finalmente anche io potrò sfruttare le sue qualità. Sta sempre meglio, giorno dopo giorno. E’ super importante che stia al 100%, per lui e per la squadra: io sono certo che entro breve tempo vedremo tutti il miglior Rossi».

Per la Fiorentina, che dopo il fallimento non ha più alzato un trofeo, tornare a vincere è un sogno o un obiettivo?

«La gente è molto affezionata alla squadra. Qui stiamo lavorando tutti nella stessa direzione, che è quella di vincere. Non conta niente, però, immaginare successi adesso, in agosto, o anche dichiararli, se poi quando si arriva al momento giusto non si ottiene niente. Combatteremo fino all’ultimo per riuscirci».

Suarez e la nazionale: solo 2 le presenze. Centrocampo spagnolo troppo forte anche per lei?

«Non due, tre... Fin quando ho avuto continuità di gioco, sono riuscito a restare attaccato al treno della nazionale. Nell’ultimo periodo mi è mancato il gioco ed è stato tutto più complicato, anche se a marzo sono riuscito a giocare nell’amichevole contro l’Olanda. La nazionale spagnola ha dimostrato di essere la più forte del mondo, è molto difficile rientrarci. Per farlo serve giocare a un livello molto importante: se faccio bene qui, posso pensare di tornarci».

Emozionato per il debutto in Serie A?

«Non si tratta di emozione: abbiamo tutti voglia di cominciare. Vogliamo vincere subito».

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