Bomber di razza. Sopraffina, certo, e indiscutibile. Osservi sistemarsi in campo, giocare e segnare, Mario Gomez e subito il pensiero corre verso un paio di suoi predecessori. Antenati illustri e micidiali, come Gabriel Batistuta e Luca Toni. Attaccanti che hanno scritto e riscritto la storia della Fiorentina e dei quali, il centravanti arrivato dal Bayern Monaco sembra l’erede naturale. Anzi, a guardare bene i numeri, SuperMario (per quanto fatto con la maglia della squadra tedesca) vanta già una media-gol migliore dell’argentino e di Toni. Roba da far venire i brividi. Agli avversari. Potenza fisica, agilità di manovra — nonostante un stazza possente —, micidiale nel vedere la porta e irraggiungibile nel gioco aereo, Gomez, proprio come Batistuta e Lucagol, rappresenta l’uomo da area di rigore giusto per spaventare qualsiasi tipo di avversario.
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Mario Gomez e l’eredità di Batistuta e Toni
Il tedesco vanta una media-gol addirittura superiore ai due (COMM)
C’è poi un’altra cosa che accomuna i tre giganti della storia dell’attacco della Fiorentina: l’amore per Firenze. Bati c’è cresciuto, c’è diventato un numero uno e ha sofferto quando è stato costretto ad andarsene. Toni si era innamorato della maglia viola al punto (un anno fa) di realizzare il sogno di poterci tornare dopo aver fatto il giro del mondo. Gomez? Le sue parole sono il messaggio più bello che ogni tifoso della Fiorentina vorrebbe farsi recapitare (LEGGI QUI).
E ora, Firenze si aspetta anche il marchio di fabbrica con cui Gomez deciderò di firmare ogni sua prodezza. Batistuta inventò la celebre mitraglia, sfoderata dopo aver messo la palla alle spalle dei portieri avversari. Toni, invece, coinvolgeva e faceva alzare in piedi il pubblico, portandosi la mano all’orecchio e girandola come dire, «si capisce quello che ho fatto»? Sì, ora Firenze aspetta solo l’esultanza di Gomez. Per innamorarsi. Ancora una volta.
Riccardo Galli - La Nazione
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