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Mario, benvenuto nella galleria dei bomber storici

Tre gol nel primo tempo, cinque alla fine, sono come saccheggiare una pasticceria. Ha segnato (due volte) anche Gomez, ma quell’ «anche» non vuole essere minimamente ironico, per carità. Tanto …

Redazione VN

Tre gol nel primo tempo, cinque alla fine, sono come saccheggiare una pasticceria. Ha segnato (due volte) anche Gomez, ma quell’ «anche» non vuole essere minimamente ironico, per carità. Tanto più che l’attaccante tedesco, con padre andaluso, aveva colpito di nuovo un palo. La Viola ha chiuso con giusti applausi la prima fase della stagione, bene in coppa, sei punti nelle due gare di campionato, serata di gala a Marassi. Ma sì, applausi.

Senza farsi saltare addosso l’euforia bisogna cominciare dal portiere. Senza far finta di no con presunta bontà d’animo: ieri a Marassi era un altro esame per il portiere Neto. Ne abbiamo lette e anche scritte chissà quante sui portieri in chiave fiorentina. In ultimo, per non farci mancare nulla, l’arrivo come numero uno di una giapponese in una squadra ovviamente femminile Si chiama Miku, faremo il tifo per lei, ma andiamo oltre. Neto ha comincoiato con un ottimo intervento su Gilardino con altre respinte. Non proprio impeccabile invece sul colpo di Gilardino. Il rigore? Molto bello il colpo di Lodi, giocatore «quasi viola» se Pizarro non fosse tornato dalle Americhe. 

Il Genoa era stracarico di ex viola, da Liverani, diventato allenatore, a Gilardino e a Santana. Il palo colpito da Gomez e la palla da gol fallita subito dopo da Rossi sembravano segnali tristissimi (guai a questi inganni) e invece ecco la bellezza dei due gol in pochi minuti, il primo di Aquilani, il secondo di Rossi. C’erano strabilianti statistiche in fatto di gol, Gilardino si presentava con 159, Gomez con 138. Ma Pepito Rossi non è un principiante. E finalmente è appunto arrivata anche la doppietta di Gomez. E’stata la partita dei gol, dei rigori e anche dei punti esclamativi. L’ultimo? L’espulsione di Montella quando ormai stavano per spengere la luce.

Giampiero Masieri - La Nazione