Enrico Mantovani, figlio di Paolo, il presidente della quarta Coppa Italia, racconta a La Repubblica nell'edizione genovese la sua domenica speciale «l’amore per una squadra e per una maglia è eterno», poi davanti a Mihajlovic e Montella idoli del suo passato «Emozione no, piacevole sensazione sì. Quando si daranno la mano mi verrà da sorridere e chissà quanti ricordi affioreranno alla mente. Ce ne sono moltissimi, al punto che mi verrebbe da dire che se devo parlare di Montella e Mihajlovic, mi mettete in grave difficoltà, in quanto fa effetto parlare molto bene di due persone, dire solo cose belle, ma sono due fra gli uomini che più stimo, grandi personalità ancorché diverse, orgoglioso di averli conosciuti, troppo contento di averli avuti come calciatori, fiero che abbiano potuto indossare la nostra maglia. Sono sicuro che ad entrambi, nella vita e nella carriera, ha giovato l’esperienza blucerchiata. Non dico che li abbiamo fatti crescere, erano forti e intelligenti comunque, ma un po’ la Samp ha aiutato il loro percorso. Hanno trovato l’habitat giusto e se lo sono goduto appieno. Quando Mihajlovic dice che questa società deve ambire a traguardi diversi, che la salvezza è un obiettivo minimo, lo capisco. Sa che per questa maglia è un dovere per un giocatore dare il massimo. Se lo meritano società, stile, ambiente e tifoseria».
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Mantovani: “Sinisa e Montella, quante gioie”
Enrico Mantovani, figlio di Paolo, il presidente della quarta Coppa Italia, racconta a La Repubblica nell’edizione genovese la sua domenica speciale «l’amore per una squadra e per una maglia è …
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Ora Montella è un applaudito allenatore.
«Glielo dico subito, io domani tifo Samp. Però quando lo sento parlare alla tv penso: questo è il tecnico perfetto. Su di lui avrei scommesso, ho sempre ammirato la professionalità. Sinisa è estroverso, uno da battaglia. Te le fa vincere e godi. Montella invece mi mette in difficoltà: non riesco a trovargli un difetto».
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