"Cosa resta dei nostri amori, dei nostri bei giorni?" Se lo chiede Stefano Cecchi su La Nazione, citando Trenet e riferendosi all'addio di Franck Ribery. E c'è da scommettere che Firenze si dividerà anche su questo. Resteranno i 300 all'aeroporto ad attendere l'arrivo e i 10000 allo stadio a celebrarlo in notturna: momenti perduti "come lacrime nella pioggia", con la malinconia di ciò che poteva essere e non è stato. 50 presenze, 5 gol e 10 assist per 4 milioni netti a stagione di ingaggio, i numeri propenderebbero per il fallimento, ma nel calcio, si legge, vale di più. Non conta quanto stai in scena, ma come ci stai. E allora la malinconia è quasi obbligata, specie con anche l'addio di Borja nello stesso giorno. Il tifoso si distingue dallo spettatore proprio da quel senso di appartenenza che fa ricordare le cose migliori e mettere da parte quelle spiacevoli. E la speranza è quella di non rivedere Ribery da avversario.
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Malinconico addio a Ribery: adesso la speranza è non vederlo da avversario
Tutto il dispiacere per la fine del rapporto tra il francese e la Fiorentina, che era iniziato sotto i migliori auspici
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