Il triangolo è sempre lo stesso: Buffon, le giocate e Parma. Oggi come nel maggio del 2006: allora si era alla vigilia del Mondiale di Germania, ora siamo alle porte dell'Europeo di Polonia e Ucraina. Sei anni dopo cambiano i personaggi di contorno e le cifre (se prima si ragionava su investimenti di migliaia di euro, ora siamo arrivati a 1,585 milioni) non la sostanza. Un amico che conosce Buffon da una vita e preferisce restare anonimo, interpellato dalla Gazzetta, a proposito di questa propensione del portiere per il gioco, parla apertamente di «malattia». Ed era stata una ex fidanzata, Linda Cerra, legata a Gigi ai tempi del Parma, a dichiarare che Buffon spendeva almeno 2 milioni all'anno in scommesse, casinò e puntate varie.
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«Malato di gioco» Buffon e la tabaccheria degli eccessi
Il triangolo è sempre lo stesso: Buffon, le giocate e Parma. Oggi come nel maggio del 2006: allora si era alla vigilia del Mondiale di Germania, ora siamo alle porte …
L'amico tabaccaio
Secondo l'inchiesta della Guardia di Finanza di Torino, Buffon giocava attraverso una tabaccheria di Parma, in via Garibaldi 42, pieno centro, gestita da Massimo Alfieri. Un giro di denaro pazzesco, più di un milione e mezzo all'anno, che ha messo in allarme gli inquirenti. Va detto subito che si tratta di giocate legali e regolari, tanto che il portiere azzurro non è neppure indagato. Il problema è che, nel caso di Buffon, si tratta di un tesserato e dal novembre del 2005 ai tesserati Figc è proibito scommettere sul calcio. Il gestore della tabaccheria è un amico di vecchia data di Gigi, uno di quelli che lo ha conosciuto da ragazzino.
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Da un conto all'altro
Nel maggio 2006, quando scoppiò il precedente scandalo parmigiano di Buffon, il portiere venne interrogato dal pm Errede. L'inchiesta penale, si basava su un'ipotesi di accusa pesantissima: associazione per delinquere e violazione della legge sulle scommesse. Era a carico di 4 persone, due delle quali legate da stretta amicizia a Buffon. In sostanza si sospettava che una somma di 10mila euro, prelevata il 16 gennaio 2006 (dopo l'entrata in vigore del divieto di scommesse per i tesserati) dal conto corrente bancario del portiere, fosse finita su quello di Paolo Pelizzoni, titolare di un internet point, come pagamento di scommesse. Buffon si difese sostenendo che quei soldi servivano per ripianare un vecchio debito. E Pelizzoni ammise che lui doveva sì avere 10 mila euro, ma non da Buffon, bensì da Alessandro Brignoli, detto Camacho, uno dei più cari amici di Gigi. In pratica, avendo il gip negato l'autorizzazione alle intercettazioni telefoniche e ambientali, la faccenda si sgonfiò, nonostante fossero state fatte inchieste accurate perfino a Malta e nel Regno Unito a caccia di intermediari e prestanome. Oggi, 6 anni dopo, a Parma si rivive la stessa scena. Non c'è un'ipotesi penale, ma si parla sempre di Buffon e di soldi puntati utilizzati per il gioco.
La Gazzetta dello Sport
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