Magherini: ecco le cause della morte

L’uso di cocaina e l’asfissia, provocata «con ogni probabilità» dalle manovre di contenimento messe in atto dai carabinieri. Sono state queste due concause, secondo i medici legali incaricati dalla procura, a provocare la morte di Riccardo Magherini, scomparso la notte del 2 marzo scorso dopo una violenta crisi di panico e dopo essere stato fermato da quattro militari. La relazione è stata depositata ieri mattina: i periti non si sono discostati dal verbale firmato nel maggio scorso da tutti i consulenti, in cui si indicava “un meccanismo complesso di tipo tossico, disfunzionale cardiaco, e asfittico”.

Secondo i medici legali quella notte Riccardo era preda di una crisi provocata dall’uso di droga ma anche altri fattori entrarono in gioco. Nel mirino sono finite proprio le fasi dell’arresto, con Riccardo tenuto fermo in posizione prona per circa 20 minuti, con il torso nudo sull’asfalto. Si legge nel documento: «L’intossicazione acuta da cocaina sotto l’effetto della quale era il Magherini, l’immobilizzazione da parte delle forze dell’ordine nel tentativo di contenere il soggetto quale ulteriore fonte di stress (....) nonché i tentativi di liberarsi fatti dal soggetto sia prima dell’immobilizzazione che dopo, una volta a terra, e la posizione in cui è stato tenuto sono tutti fattori che hanno contribuito, sinergicamente, al decesso del soggetto». Una ricostruzione che ha accolto solo parte delle valutazioni del tossicologo Francesco Mari, che aveva indicato come causa del decesso l’uso di droga e il conseguente “excitum delirium”.

«Dopo un’attesa lunga sei mesi abbiamo la verità, Riccardo è morto soffocato durante il fermo dei carabinieri, avvenuto fuori da ogni regola» dice il padre, Guido Magherini. Commenta l’avvocato dei carabinieri Francesco Maresca: «Ora la discussione è su alcuni minuti di costrizione a terra del povero Magherini. Il dato oggettivo è dato dalla massiccia assunzione di cocaina che può aver causato anche la sindrome asfittica».

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