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Macia: “Fiorentina, il bicchiere è pieno. Ne serve uno più grande”

“La società ha fatto scelte incompatibili con le mie idee”. Il Siviglia, la verità su Salah e su due colpi sfumati

Redazione VN

Basta guardarlo negli occhi per capire quanto sia difficile, per Eduardo Macia, lasciare la Fiorentina. Lo aspetta il Betis Sivigia, per continuare a costruire calcio. Come ha fatto alla Fiorentina. "Come abbiamo fatto alla Fiorentina. Con Pradè, Montella e tutto lo staff si era creato un grande team di lavoro", dichiara l'ormai ex direttore tecnico viola in questa bella intervista di Matteo Magrini per La Repubblica. Ecco una sintesi dell'articolo.

Perché andarsene allora?

"La società ha deciso di organizzarsi in un modo che non era più compatibile con le mie idee".

Eppure si è detto di tutto. Ad esempio che non andasse d’accordo con Montella. E’ vero?

"No, e Vincenzo l’ha detto. Con lui c’era grande sintonia, passavamo ore seduti ad un tavolo a parlare e a confrontarsi".

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Un allenatore molto ambizioso, anche.

"Verissimo. E attorno a questo nodo che si deciderà tutto. Riuscire a stare al passo con le sue ambizioni".

E’ in grado di farlo la Fiorentina?

"E’ un momento molto delicato per questa società. Siamo arrivati al 110%. Il bicchiere è pieno. O si trova un bicchiere più grande per versarci altra acqua, ma per farlo servono grandi investimenti, o si riesce a mantenere il livello costante. Non sarà semplice".

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Perché Gomez fatica tanto?

"Solo colpa degli infortuni. E’ determinante, e giovedì si è visto. Uno come lui fa la differenza, e può permettere a Babacar, che diventerà molto forte, di crescere con calma".

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E Salah che colpo è stato?

"Il Chelsea l’ha inserito nell’offerta e la Fiorentina l’ha preso. Questa è la verità".

Lei lavorava in tandem con Pradè. Com’era il vostro rapporto?

"Buonissimo. Lo conoscevo da tanti anni e quando, dopo l’addio di Corvino, ho deciso di rimanere, ho pensato che sarebbe stato l’uomo giusto per iniziare un percorso".

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Siete stati criticati per gli acquisti di giocatori stranieri. Cosa risponde?

"Che se chiedo Darmian e vogliono 15 milioni non posso prenderlo. Il calcio italiano è indietro 20 anni. I talenti si creano in casa, ma servono le squadre B. E’ stata una mia battaglia, ma l’ho persa".

Veniamo all’attualità. La Fiorentina può farcela col Siviglia?

"Si, perché sono due modelli diversi, e questo può pareggiare i valori".

Un messaggio ai tifosi?

"Per me è stato un onore lavorare qui. Ho vissuto la città, l’ho ascoltata, e questo mi ha fatto capire, tre anni fa, di cosa ci fosse bisogno".

Cioè?

"Firenze vuole centrocampisti come Borja, difensori come Gonzalo, ali come Joaquin. Non si può costruire una squadra senza pensare a cosa rappresenta".

REDAZIONE VIOLANEWS

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