Un giorno d’autunno Pantaleo Corvino alzò il telefono e chiamò Eduardo Macìa, giovane uomo di calcio sempre in viaggio: da Valencia a Liverpool e da lì ad Atene, dove però durò un soffio. Anche perchè Corvino lo voleva qui. Macìa aveva lavorato come diesse in Spagna e poi, con l’arrivo di Carboni, come capo scouting. E questo serviva alla Fiorentina, un uomo in grado di gestire gli osservatori della società e di mettere in pratica la più grande dote dello scopritore di talenti, che non è quella di “vedere”, ma di “intravedere”, di capire prima degli altri le potenzialità di un calciatore. Ma l’assunzione di quel giovane spagnolo laureato e maniaco della precisione era anche il modo per provare a mettere a segno un colpo nei giorni più difficili, quello che doveva servire a ridare un minimo di entusiasmo ai tifosi provati da mesi e mesi di niente, e di lanciare qualcosa che somigliasse a un messaggio positivo. Il nome era quello di Borja Valero. Niente da fare, però. L’autofinanziamento ri- mandò tutto al dopo Corvino.
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Macia e l’amico Pradè successi e cadute della coppia mercato
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su La Repubblica
Lui se ne era già andato quando la Fiorentina di Montella annunciò il doppio colpo Valero- Gonzalo, ovvero la coppia di reduci di quell’avventura fantastica e amara chiamata Villarreal. Macìa e Daniele Pradè costituiscono così un duo complementare e quasi perfetto. Il primo ha un archivio (nell’hardware del computer ma anche da qualche parte del cervello) con migliaia di nomi di calciatori di tutto il mondo, il secondo sa muoversi come pochi e vive di grandi intuizioni, come quella di portare a Firenze Montella, insieme a Pizarro e Aquilani. O la “scommessa” sul rilancio di Pepito Rossi. E poi la discussa operazione Gomez. I due sono colleghi cordiali. Li puoi trovare a cena insieme ai 13 Gobbi mentre ordinano una fiorentina davanti a una partita di Champions. I tifosi li amano e i loro nomi viaggiano sempre in coppia. Fenomeni, geni, e altri aggettivi si sprecano sulla strada dei giorni migliori. Poi le cose cambiano un po’. Qualche nuvola passa davanti al sole.
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