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L’urlo di gioia di cui c’era bisogno

“Qualcosa è cambiato”, l’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Per la salvezza, per la storia e, soprattutto, per noi stessi. Perché adesso la paura è più lontana. Perché erano vent´anni che la Fiorentina non vinceva in casa della Roma. Perché un gol come quello di Lazzari, così come quello di Amauri a San Siro, ti ripaga di troppi giorni disperati. Bello urlare di gioia. Di questo avevamo bisogno. Solo di questo, adesso. È una sensazione molto forte sentire che il peggio è passato mentre ti godi il senso di una primavera vissuta a testa alta. Otto punti in quattro partite dicono che qualcosa è cambiato. E non partite qualsiasi: Milan, Palermo, Inter e Roma, con molti infortuni sistemati sulla strada e perfino la certezza che potevi ottenere di più (vedi pari con l´Inter). Poi c´è quella soddisfazione che fa accelerare il ritmo del cuore quando prendi tre punti lontano da qui. Milan e Roma, non due squadre qualsiasi e non due squadre senza obiettivi. Il Milan correva per lo scudetto, la squadra di Luis Enrique per l´Europa. Sfide vere, che la Fiorentina ha giocato senza paura. Un dettaglio che riempie d´orgoglio il petto del tifoso frustrato da una lunga agonia. E poi quelle reti arrivate nel finale. Lazzari addirittura nel recupero, quando dal punto di vista razionale già consideravi buono il punto quasi preso.

Un vero colpo di scena. In mezzo alla rigenerazione di un gruppo che sembra uscito da una infinita seduta di terapia tecnico-psicologica. Quindi applausi per chi non si è tirato indietro e, soprattutto, per Delio Rossi, uomo tanto sincero da ammettere tutte le difficoltà incontrate sulla strada per cercare di tirar fuori qualcosa di decente da un finale di stagione teso e difficile. A lui il merito di aver fatto scelte coraggiose, togliendo dal campo due capitani: Montolivo (l´ex) e Gamberini. Il segno di un passaggio di epoca, il desiderio di contare sulle motivazioni dei giovani e di chi ha voglia di giocarsi il futuro qui. Alla formazione trovata va aggiunta una mentalità più umile ma al tempo stesso orgogliosa. Ci sta che la lezione presa dalla Juve al Franchi abbia fatto una selezione tra chi voleva reagire e chi non ne era così convinto. E non è solo un problema di contratti, visto che anche Natali se ne andrà, ma nonostante questo lotta con gli altri. Bravo Delio, quindi. E bravi tutti quelli che hanno sofferto con lui.

Benedetto Ferrara - La Repubblica