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Fair play, l’Uefa multa Psg e City. Basterà?

Serve un attaccante? Et voilà Cavani, 64 milioni. Un difensore di prospettiva? Mais oui, monsieur Marquinhos, altri 31,4. Un rincalzo per rimpolpare l’organico? C’è Digne, basta un assegno da 15. …

Redazione VN

Serve un attaccante? Et voilà Cavani, 64 milioni. Un difensore di prospettiva? Mais oui, monsieur Marquinhos, altri 31,4. Un rincalzo per rimpolpare l’organico? C’è Digne, basta un assegno da 15. Fino alla scorsa estate il Paris Saint Germain che stasera può vincere il quarto campionato della sua storia ragionava così (110,5 milioni spesi, 24,5 incassati) e scendeva spesso a fare la spesa in Italia. Pogba e Pjanic saranno i prossimi? Calma, la Uefa sta cercando di mettere un freno: le attesissime sanzioni del fair play finanziario dovrebbero essere in arrivo, questione di giorni. Dunque: 60 milioni di multa pagabili in tre anni, riduzione dei giocatori tesserabili in Champions League (da 25 a 21), tetto al monte ingaggi (240 milioni, quello attuale) e passivo al massimo di 30 milioni nel bilancio della prossima stagione invece dei 45 previsti da regolamento.

Secondo gli spifferi usciti da Nyon sarà punito anche il Manchester City e ci mancherebbe altro: Fernandinho (40), Jovetic (26), Negredo (25) e Navas (20) i gioielli razziati all’ultimo giro in Europa, per un -104,7 da brividi solo relativo al mercato. Guarda caso, nei guai sono finiti i due club di proprietà di sceicchi, Mansour gli inglesi e Al Thani i francesi. Sotto osservazione ci sono anche altre società dai conti non esattamente in ordine, tra cui Inter e Liverpool, ma nello specifico non punibili in questa stagione perché non partecipanti alle coppe. Se ne riparlerà fra dodici mesi e almeno nel caso dei nerazzurri l’Uefa avrebbe valutato positivamente il piano di rientro presentato dal club che quattro stagioni fa vinse tutto. «Non ci saranno esclusioni dalle coppe», ha messo le mani avanti qualche giorno fa Platini, annunciando sanzioni più morbide rispetto a quelle del passato, ad esempio il Malaga tenuto ai box per un anno.

Il problema adesso è capire se le punizioni previste per Psg (che avrebbe patteggiato) e City (ancora no) avranno un effetto pratico o sembreranno invece una pacca sulle spalle dei proprietari arabi. Il nodo riguarda le maxi-sponsorizzazioni «artificiali» che finora hanno permesso ai club di esibire un bilancio ufficiale quasi in ordine: nel caso del Psg, i 325 milioni garantiti dalla Qatar Tourism Authority nelle ultime due stagioni (125 la prima, 200 la seconda), una montagna di soldi uscita dalla porta di casa della famiglia sovrana del Qatar e di fatto rientrata dalla finestra, vista la comune dipendenza delle due società. Se questo meccanismo continuerà ad essere permesso, la multa - peraltro pagabile in tre rate - suonerà ridicola, come la sforbiciata di 15 milioni sul rosso consentito fra un anno. E Pogba, per citare l’obiettivo dichiarato della prossima campagna acquisti, tornerebbe a essere un obiettivo a portata di assegno. A patto di non pagargli uno stipendio da nababbo: qualcun altro, nella rosa più invidiata del mondo, a quel punto dovrebbe andarsene o rinunciare alla stessa cifra.

La Stampa