"Vogliamo coprire il Franchi". Così ieri Joe Barone, braccio destro di Rocco Commisso, a La Gazzetta dello Sport. Su questo tema Ernesto Poesio ha scritto un editoriale sul Corriere Fiorentino. Ne riportiamo una parte:
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L’opinione: “Copertura del Franchi sarebbe pietra tombale sul nuovo stadio”
Barone ha detto che la proprietà americana vuole coprire il Franchi: l'editoriale di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino
Visto che la copertura del Franchi non sarebbe una soluzione temporanea in attesa di un impianto nuovo ma una pietra tombale sull’idea di una nuova struttura, qualche dubbio è forse lecito porselo. L’idea di un nuovo stadio, moderno, al passo con i tempi in grado recuperare la capacità di attrarre le nuove generazioni, nasceva dalla necessità di cambiare il modo di vivere il giorno della partita che non sarebbe stata più soltanto la partecipazione all’evento sportivo fine a se stesso, ma un’occasione per vivere una domenica (o una sabato) di sport insieme alla propria famiglia o agli amici potendo contare su un sistema di trasporti moderno e ecologico, su servizi sempre più smart all’interno dell’impianto, sulle ultime tecnologie per interagire con la struttura (poltroncine rigorosamente numerati, servizi accessori da ricevere al proprio posto) e rendere il prima e il dopo partita interessante e attraente anche per i più piccoli o per chi (anche se non particolarmente tifoso) avesse voluto provare un’esperienza diversa. Al Franchi niente di tutto questo sarebbe possibile. Cambierebbe sì l’aspetto esteriore (una copertura più o meno avveniristica) ma la sostanza resterebbe sempre la stessa: macchine parcheggiate ovunque e sparse per tutto il quartiere di Campo di Marte (prima o poi magari una soluzione andrebbe trovata per chi ci abita, al netto dei tanti annunci sulla pedonalizzazione e sul «quartiere dello sport»), code infinite per arrivare e uscire dallo stadio, bagni strapieni, sporchi e inadeguati da affollare solo e soltanto durante l’intervallo, posti acquistati e poi occupati da altri, nessun vero negozio con cui far crescere il merchandising, nessun ristorante o servizio di somministrazione adeguato come invece avviene già negli stadi europei. Non sarebbe, insomma, solo uno stadio quello da costruire. Ma una mentalità diversa, tesa a costruire un nuovo rapporto fra il tifoso e il proprio club di riferimento. Il Franchi, seppur rimesso a nuovo e migliorato, non potrebbe invece che riportare a una visione amarcord del calcio quando la comoda diretta tv non esisteva e allo stadio si andava solo 'per vedere la partita'.
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