Che fosse un grande match Napoli lo ha respirato e ha reso onore alla sua squadra e alla capolista, con 50.000 tifosi arrivati al San Paolo per lo spettacolo - scrive Stadio -. Che spettacolo è stato. I viola hanno vissuto le ore prima del match con il patron Diego Della Valle, che è andato a salutare la squadra e lo staff e ha pranzato con loro. Insomma, Napoli-Fiorentina ieri è stato vissuto dalle parti in causa per quello che era a tutti gli effetti, un match crocevia di un primo cruciale snodo della stagione.
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L’onore oltre la sconfitta: Paulo Sousa, il leader, il professore
Il primo tempo viola è uno spaccato di calcio fatto di geometrie veloci, agonismo, fisicità
La squadra viola alla fine ha perso, ma ha confermato una cifra importante. E il primo tempo viola è uno spaccato di calcio fatto di geometrie veloci, agonismo, fisicità. Il calcio di Paulo Sousa, il leader, il professore, chiamatelo come volete. La sua esplosione italiana ricorda un po’ quella di Rudi Garcia arrivato alla Roma dalla Francia, ventotto mesi fa. E la sua Fiorentina è un bel giocattolino. Non fatevi tradire dalla voce calda e pacata.
Guardatelo a bordo campo, dritto come un fuso, ma sempre in movimento ai confini della sua area tecnica: movimenti netti, quando impercettibili, quando a scatti, braccia tese, pugni chiusi, grida, raccontano come Sousa la partita la viva al massimo. Inevitabilmente le belle sensazioni che lascia la Fiorentina sono legate al ritmo alto che riesce a tenere, ragionando per geometrie avvolgenti e rette da un agonismo e da un pressing esasperati. Quando tutto questo cala, il motore viola ne risente.
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