stampa

Lo scoglio dei 55 milioni

Squadra da rifondare e stipendi da abbattere (COMMENTA)

Redazione VN

Ridisegnare la squadra cambiando i tre quarti della rosa, volendo restare bassi, sembra un esercizio estremo di fantasia in un momento in cui mancano certezze su allenatore e direttore sportivo. Ma il calcio può sorprendere con rivoluzioni nate sulla base di una forza che conta più delle altre: una società che abbia entusiasmo e voglia di ripartire, come successe nel 2005. Quella campagna acquisti e cessioni si chiuse con un rosso di «soli» otto milioni, eppure la centrifuga delle partenze e cessioni si riempì di nomi importanti: via fra gli altri Chiellini, Miccoli e Maresca (comproprietà non rinnovate con la Juve), in arrivo Toni, Gamberini e Pasqual, più i prestiti di Frey, Nakata e Fiore e la comproprietà di Montolivo. Le basi del nuovo ciclo trovate senza svenarsi.

I trentadue milioni versati a dicembre 2011 dai Della Valle per ripianare il bilancio — nel conto delle uscite anche l’ammortamento parziale dei costi del centro sportivo, ma hanno inciso pesantamente i mancati introiti europei, il calo di abbonamenti e biglietti — sono stati probabilmente il punto finanziario più basso della gestione viola da quando è arrivata la nuova proprietà. E sono stati 32 milioni investiti in coda a un’annata in cui si può salvare poco: le macerie del ciclo lasciano un’eredità pesante, sarà difficile per chi arriva trovare la strada giusta senza un’intesa piena e totale con la proprietà. Rispetto al passato — quando a Corvino fu lasciata autonomia piena — è cambiata la filosofia: le scelte principali saranno fatte dalla società, la nuova struttura dirigenziale e tecnica dovrà confrontarsi sul resto delle decisioni.

Dal monocratismo alla democrazia sorvegliata, scelte che se non altro potrebbero segnalare una ritrovata voglia di coinvolgimento da parte della proprietà.

Il monte stipendi — di tutti, non soltanto dei calciatori — dovrà diminuire sensibilmente se è vero che da 55 milioni del 2010/2011 la cifra è scesa di «soli» 600mila euro nel bilancio della stagione appena finita. Per questo il pacchetto tecnico legato al nuovo allenatore avrà un senso diverso a seconda dei casi: perché alcuni tecnici potrebbero accettare una scommessa a costi ragionevoli e con giovani da valorizzare (il prototipo è Zeman), altri chiederebbero garanzie diverse (Ranieri). Altri ancora accetterebbero Firenze a scatola chiusa, ma fra questi pochissimi piacerebbero ai tifosi. Compromesso cercasi: una campagna acquisti vivace a prezzi giusti. E nuovo entusiasmo. Magari non è solo un sogno.

Angelo Giorgetti - La Nazione