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Ljajic e le botte di Delio: “Il mio fu l’errore minore”

Qualche altra battuta di Adem Ljajic nella sua intervista al Corriere dello Sport – Stadio. Si torna per un attimo anche al maggio scorso: «Alla fine sentivo dire che qualunque …

Redazione VN

Qualche altra battuta di Adem Ljajic nella sua intervista al Corriere dello Sport - Stadio. Si torna per un attimo anche al maggio scorso: «Alla fine sentivo dire che qualunque cosa succedesse era colpa di Ljajic (ride, ma il sorriso diventa sempre più amaro, ndr). La città era contro di me, tutti mi puntavano il dito contro. Non voglio più parlare di quella notte pazzesca (quel 2 maggio, la notte della rissa con Rossi, ndr), anche perché io, se anche ho sbagliato, sono quello che ha commesso l’errore minore. Niente, però, succede a caso. Si cresce anche così ed io sono convinto di averlo fatto».

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Presto diventerà anche un cecchino dai calci da fermo?

«Credo davvero di poter fare meglio, calcio bene ma per adesso non abbastanza bene...».

Allora è vero che è il primo ad arrivare al mattino e l’ultimo a lasciare il campo?

«Chi ha fatto la spia? (ride imbarazzato, ndr). Sì, comunque è vero. Il pallone per me è tutto e lavorarci mi piace da impazzire. L’ho sempre fatto, restare in campo all’infinito. Si impara e mi diverto».

Forse è anche per questo che tutti la vogliono far diventare un fenomeno, da Toni a Jovetic. Tutti che la riempiono di consigli e che la pressano da ogni parte.

«Ringrazio i miei compagni perché mi regalano sempre grandi soddisfazioni, mi stimolano a lavorare meglio, ad andare anche oltre le mie potenzialità. Anche perché il mio unico pensiero quotidiano, quando mi sveglio al mattino, è dare il cento per cento in campo»