La faccia di Diego Della Valle con il naso rosso da clown è stampata su un bel po’ di magliette bianche con la scritta “Aspettando il progetto”. Le vendevano a quindici euro, sono andate esaurite in un attimo. Niente di clamoroso, un po’ di ironia in attesa di qualcosa che ancora non c’è. All’inizio dell’allenamento alcuni tifosi (un gruppo per la verità molto sparuto, sui 6-7) radunati sotto la pioggia sulle tribune del “Benatti”, hanno indirizzato cori ironici verso il team manager gigliato Roberto Ripa e alcuni giocatori fra cui Felipe, Olivera, Lupatelli, Ljajic e Romulo. Cori di incitamento per Montella e “Nicola Caccia facci un gol” all’indirizzo dell’ex attaccante ora viceallenatore di una squadra ancora priva di un centravanti titolare. “Meno male s’ha le palle Cuadrade” è stato invece lo striscione dedicato all’acquisto che dovrebbe essere ufficializzato domani, l’esterno colombiano Juan Cuadrado.
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L’ironia dei tifosi contro società e giocatori
Tutti aspettano l’arrivo di Andrea Della Valle
Ma la società ha altro da pensare.
Da queste parti tutti aspettano Andrea Della Valle. E il suo faccia a faccia con Jo-Jo. Il presidente dovrebbe arrivare a metà settimana. Pare. E anche se finora ha sempre fatto trapelate un irremovibile “Jovetic non è in vendita”, in realtà non è così. La situazione è in bilico. E delicata. Stevan al momento del rinnovo del contratto ha ricevuto la promessa che davanti a un’offerta di trenta milioni la Fiorentina lo avrebbe liberato.
Niente di scritto, solo una stretta di mano. Che vale come una firma, però. E oggi quella stretta di mano tiene la Fiorentina nell’incertezza. Di questo parleranno Andrea e Jovetic.
Finora nessuna società si è fatta avanti con trenta milioni. La Juve vorrebbe mettere nell’operazione anche qualche
contropartita tecnica. Ma la società viola a queste condizioni non tratta. Però chissà se Jovetic ha voglia di aspettare un altro anno prima di salutare Firenze. Perché se i soldi non arrivano — e trenta milioni cash non sono facili da trovare — tutto dipende da Jo-Jo. Se nel colloquio con Della Valle gli dirà che vuole andare via il presidente non lo tratterrà. Jovetic per il momento è impenetrabile. Né un sorriso, né una smorfia.
Neppure quando un gruppetto di tifosi canta contro la Juve e contro Marotta. Folklore da ritiro in attesa di notizie. Compresi due fumogeni rossi e un petardone scoppiato sotto la tribuna.
La storia, comunque, è destinata a far discutere ancora. Almeno fino a quando non sarà Jovetic a metterci sopra la parola fine. E questo avverrà soltanto dopo l’incontro con Andrea, che per il momento segue da lontano (un po’ troppo) tutta la vicenda. E Pradè? Aspetta. Per la società il montenegrino non è in vendita, quindi lui lavora al resto. Ma ascolta, annusa l’aria, cerca di capire come gestire il caso se all’improvviso Jovetic dovesse finire sul mercato. Ipotesi che tiene in perenne equilibrio (precario) la società e l’idea di squadra che sta mettendo in piedi Montella. Mica facile. Anche perché è chiaro che il giocatore vuole andare via. Non lo ha mai detto, ma si capisce. Dalla sua faccia, dal suo silenzio. E se Andrea lo costringe a rimanere, come reagirà? Da professionista, dicono alla Fiorentina.
Giuseppe Calabrese - la Repubblica
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