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L’inizio della terza fase, con il tesoretto dell’Est

In 12 mesi la Fiorentina ha incassato 65 mln dalla “scuderia Ramadani” (COMM.)

Redazione VN

Quasi 65 milioni, bonus più bonus meno. È quanto la «scuderia Ramadani» ha fruttato alle casse della Fiorentina in soli 12 mesi. Da Nastasic (20 milioni di euro più il cartellino di Stefan Savic), a Ljajic (11 milioni) passando per Jovetic (30) e Seferovic (3), i talenti dell'Est arrivati a Firenze sotto l'era Corvino si sono rivelati per il club di Della Valle veri e propri «assegni in bianco», come amava profetizzare lo stesso Pantaleo negli ultimi mesi della sua esperienza in viola.

In mancanza di una «cantera» prolifica (i settori giovanili italiani stentano anche a causa di campionati Primavera ormai anacronistici) come accade soprattutto ai grandi club europei, la Fiorentina, insomma, si è affidata all'occhio lungo del suo ex direttore sportivo, alle conoscenze internazionali del nuovo settore tecnico al momento delle cessioni e alla capacità dei propri allenatori di valorizzare i giovani per colmare, in parte, il gap che divide una piazza come Firenze dalle grandi del nostro campionato. Già perché, a differenza per esempio del metodo Udinese, i milioni che sono arrivati da queste anche dolorose cessioni (a cui va aggiunta per importanza quella di Behrami lo scorso anno) sono serviti alla Fiorentina per fare quel salto di qualità che altrimenti non sarebbe stato possibile.

Cambio di filosofia dunque, e di mentalità. Dalla «fase 2» (come la definì Mario Cognigni quattro estati fa), quella «dell'autofinanziamento», i viola sembrano ormai entrati nella «terza fase», che dopo quella inziale della riscostruzione e poi del mantenimento adesso si prefigge mete ambiziose che, nei piani del club, dovrebbero portare trofei e vittorie entro i prossimi 3 anni. Per capirlo però non basta soffermarsi sulla somma algebrica tra entrate e uscite che, altrimenti, vedrebbe le prime in netto vantaggio. Nel conto va inserito anche un sensibile aumento del monte ingaggi, che ha ampiamente sforato i 40 milioni, e che può essere in parte coperto da ciò che resta della differenza tra acquisti e cessioni. Giocatori affermati ma da recuperare, reduci da stagioni difficili con i propri club di appartenza, esperti mestieranti del pallone e almeno due campioni cristallini (Rossi e Gomez), in una rosa così costruita il posto (e il tempo) per far crescere giovani talenti si è ridotto sensibilmente tanto che, alla fine di questo mercato, resterà solo il fenomenale Juan Cuadrado. Linea verde sì, insomma, ma solo di grandissima qualità per una Fiorentina che da questa stagione non potrà più essere «soltanto» bella e spettacolare. L'obbligo di vincere inizia a fare capolino anche nelle stanze viola, dove «l'importante è partecipare» potrebbe non bastare più.

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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino