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L’inchiesta de La Nazione: viaggio nei conti della Fiorentina

Plusvalenze: la verità. Equilibri e ambizioni dopo il rosso record del 2014

Redazione VN

Angelo Giorgetti, su La Nazione, propone la prima parte del viaggio nei conti viola. Si parte dalle cessioni top dal 2015 in poi (Savic, Cuadrado e Alonso), che hanno portato 65 mln in cassa. A livello economico sono le plusvalenze che si confrontano con gli ammortamenti. La cifra finanziaria pagata per un giocatore poi sarà capitalizzata nei bilanci in base agli anni di contratto, ad esempio in cinque rate se gli anni di contratto saranno altrettanti. Per la Fiorentina il costo del monte ingaggi è superiore rispetto al contributo che arriva dai diritti Tv e dalle Lega. La società inoltre spende per gli stipendi dei tesserati 4 volte di più rispetto a quanto investe per sostenere tutti gli altri costi strutturali. Già in partenza quindi la Fiorentina spende più di quanto potrebbe permettersi e deve sempre di più sviluppare il fronte commerciale (oggi è il 15 % del conto totale). Gli incassi da biglietteria superano di poco il 5 %.

Primo concetto come premessa: a fronte dei versamenti effettuati (quasi 280 milioni documentati) in 15 anni i Della Valle non hanno intascato un euro. Nelle stagioni in cui i conti sono stati positivi, i guadagni sono stati trasferiti sul bilancio successivo a copertura delle perdite pregresse. Secondo concetto: il bilancio della Fiorentina considera l’anno solare. Terzo concetto: in media la Fiorentina ha pagato fra gli 8 ai 10 mln di procure, una cifra che messa in relazione ai ricavi è inferiore rispetto a quella delle società medio alte. L’importanza delle plusvalenze si rivela dunque determinante per tutti i club, a maggior ragione per la Fiorentina costretta a confrontarsi con il fair play finanziario dopo il clamoroso ’rosso’ di 40 milioni del 2014, l’anno successivo all’arrivo Gomez. Due miniesempi: gli ammortamenti per i costi di Gomez hanno interessato il bilancio 2016, quelli per Rossi anche quello 2017.