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L’imam: “Sorpreso, Salah a me aveva confessato di voler rimanere”

Izzedin Elzir stupito: “Non avrebbe mai voluto lasciare Firenze, amava questa città e i tifosi”

Redazione VN

«Non avrebbe mai voluto lasciare Firenze. Amava questa città, amava la squadra ed era affezionato ai tifosi, che l’avevano accolto a braccia aperte sin dal primo giorno». Izzedin Elzir, imam di Firenze, conosce bene Mohamed Salah ed è ancora sorpreso per questo finale amaro. «Non credevo potesse finire così» racconta Elzir, che ha incontrato per l’ultima volta Salah quasi due mesi fa, prima che partisse per l’Egitto. «Abbiamo parlato spesso del suo futuro, e ogni volta lui mi aveva confidato la volontà di restare a Firenze. Su questo non ha mai manifestato alcun dubbio, almeno nelle nostre chiacchierate. Mi parlava sempre bene della squadra, del pubblico e dei fiorentini. Secondo me c’è qualcosa che ci sfugge, qualcosa che non sappiamo. E credo proprio che non sia stata sua la decisione di lasciare Firenze e la Fiorentina».

Questione d’ingaggio? «Non credo — risponde l’imam — per lui i soldi non sono una priorità. Certo, sono importanti come per ogni essere umano, ma Mohamed è un ragazzo che antepone il sentimento al denaro, in rispetto dei principi della religione islamica». Salah, fedele musulmano, frequentava la moschea di Borgo Allegri. Nonostante le trasferte e gli allenamenti, trovava sempre il tempo per dedicare qualche ora alla settimana per la preghiera in comunità. «Veniva quasi tutti i venerdì per la preghiera collettiva» ricorda Elzir, che in questi giorni, dopo il divorzio con la Fiorentina, ha provato a mettersi in contatto con l’attaccante, «ma il suo telefono risulta sempre spento, avrei voluto parlarci per capire meglio cosa è accaduto». Un vero e proprio giallo, anche secondo l’imam: «Qualcosa deve essersi incrinato nell’ultimo mese, perché fino a poche settimane fa non c’era nessuna ragione che potesse far pensare all’addio alla maglia viola». Una delusione, questo divorzio ormai inevitabile, sia per i fiorentini che per tutta la comunità islamica, dove gli egiziani sono centinaia. Proprio loro, negli ultimi mesi, si erano ulteriormente avvicinati alla Fiorentina. C’è chi aveva fatto l’abbonamento allo stadio e chi seguiva tutte le partite alla televisione. Qualcuno andava addirittura sotto casa del calciatore per farsi firmare un autografo o semplicemente per salutarlo.

Nella comunità egiziana, era ormai un beniamino. «Siamo molto legati a lui — dicono i fedeli della moschea di Borgo Allegri — oltre ad essere un grande talento sul campo di calcio, è un ragazzo molto semplice, un vero simbolo di umiltà e professionalità. Ha portato la Fiorentina verso importanti risultati senza mai montarsi la testa e restando sempre con i piedi per terra».

Ne erano un segno le preghiere dopo ogni rete, i ringraziamenti ad Allah e lo sguardo rivolto verso il cielo dopo ogni prodezza. Gesti apprezzati da tutti i fedeli. E un simbolo importante per tutto l’Islam, soprattutto in momenti storici come questi, dove la religione musulmana rischia di subire interpretazioni sbagliate, conseguenza del terrorismo di matrice islamica. Eppure in città, tanti tifosi cominciano a vederlo come un traditore della maglia.

L’imam Izzedin Elzir, però, lo difende e non crede affatto che, dietro l’addio alla Fiorentina, ci sia la rincorsa al successo e la voglia di giocare in club più prestigiosi. Lo ribadisce più volte: «Penso che questa decisione non sia dipesa da lui. A Firenze aveva trovato la sua dimensione e mi aveva sempre detto che sarebbe rimasto volentieri. È un peccato che se ne vada, per lui stesso, per i tifosi della fiorentina e per i fedeli musulmani della città».

Jacopo Storni - Corriere Fiorentino