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L’Europa B da non sottovalutare (per entrare nel club dei grandi)

La voglia di provare a vincere l’Europa League: la Champions può non passare dalla serie A

Redazione VN

Per una volta non è solo una questione di soldi. Soprattutto se parliamo di quei 5/6 milioni di euro, la cifra (in media) che l’Europa League frutta alle casse delle società che arrivano almeno fino agli ottavi di finale. Certo, in tempi di magra come quelli che il calcio italiano sta attraversando, anche una cifra così (che in Premier o nella Liga spesso vale lo stipendio di un unico giocatore) non è da disdegnare, ma sarebbe riduttivo e poco lungimirante (per non dire provinciale) guardare alla seconda competizione europea solo come a un’ulteriore voce nella casella delle entrate.

Il punto di partenza deve, insomma, essere un altro. Anche perché altrimenti sarebbe difficile giustificare l’enorme dispendio di energie che, come in una formula matematica, finisce per sottrarre sistematicamente punti al campionato. È la necessità da parte di una società come la Fiorentina di dare continuità alla propria presenza internazionale, seppur in quella che può essere considerata come la serie B d’Europa. Proprio come il campionato cadetto infatti da quest’anno il successo del torneo aprirà direttamente la porta della massima competizione, in questo caso la Champions League, rendendo così superfluo il piazzamento in campionato. (...)

Le riserve la domenica, dunque, e i migliori il giovedì? Dirlo adesso, con la stagione che è appena iniziata (anche se non con il piede giusto) è naturalmente prematuro, ma non è da escludere che nei prossimi mesi, se la Fiorentina dovesse ripercorrere il buon cammino della scorsa stagione in Europa, in qualche occasione possa davvero capitare. Ma non solo. Perché oltre all’aspetto sportivo c’è poi anche quello della crescita societaria, a partire dall’espansione del proprio brand per arrivare alla capacità di attrarre giocatori importanti anche dai top club esteri come avvenuto nelle ultime due stagioni. Due aspetti, questi, fondamentali per solidificare la presenza della Fiorentina anche fuori dai confini della serie A e rimarcare ancora una volta la vocazione internazionale di un club che non a caso ha esordito in campionato all’Olimpico senza nemmeno un giocatore italiano in campo. (...)

Corriere Fiorentino