Caro Jovetic, anche se non la conosco personalmente le scrivo in via ideale in quanto rappresenta il giocatore più forte (e per questo più pagato) della Fiorentina. E i campioni, come gli amici, credo si debbano vedere nel momento del bisogno. Come lei sa, la squadra sta attraversando un periodo non facile. Gli arbitri, i pali, la sfortuna e qualche errore di troppo, l’hanno condannata a tre sconfitte di fila che bruciano. Può capitare. Il calcio, come la politica, è un pianeta malvagio dove non sempre a prevalere è il merito. Così, per uscire dalla palude, sarebbe oggi utile un gesto tecnico superiore alla malasorte, il guizzo alto del fuoriclasse. A chi altri potremmo chiederlo se non a lei?
stampa
Lettera (non richiesta) a Jovetic
Caro Jovetic, anche se non la conosco personalmente le scrivo in via ideale in quanto rappresenta il giocatore più forte (e per questo più pagato) della Fiorentina. E i campioni, …
Per carità: abbiamo visto che il suo impegno in campo c’è. Corre, sgomita, si affanna. Però chi la pensa campione, da lei si aspetta sempre qualcosa in più. Il gol da fuoriclasse, appunto, la giocata da top player che poi legittimi ambizioni e richieste. Vede: noi sappiamo già che il suo procuratore fra qualche mese busserà di nuovo alla porta dei Della Valle chiedendo che lei venga venduto. L’ha già fatto lo scorso giugno, lo rifarà. Per i Ramadani & C. il calcio non è luogo di sogni e di utopie (come lo è per i tifosi) ma di interessi sulle procure. Business is business. Vorremo però che questa aspirazione legittima fosse preceduta da una risposta sul campo all’altezza della richiesta. Che non si può essere campioni solo nelle trattative di mercato.
Vede, caro Jo Jo, lei sa quanto Firenze le vuole bene. Ricorda? Un giorno mezza città è venuta allo stadio con la parrucca a riccioli per dire quanto si identificava con lei. E quando il suo ginocchio s’è disfatto, per un anno intero l’abbiamo aspettata con affetto senza nulla chiedere, per poi riapplaudirla in campo come il figliol prodigo che rientra. Adesso è il tempo inverso. E’ Firenze che ha bisogno del suo campione. Di una prestazione all’altezza della sua fama.
Una parte dello stadio, dopo le sue ultime gare incolori, sta infatti mugugnando, aggiungendo retroscena ingenerosi per provare a spiegarle. Un errore, certo. Ma allora accetti un consiglio, che poi è una speranza: sia lei a spazzare via tutte queste ombre. E lo faccia nel mondo più semplice. Ovvero: con una sua gara maiuscola oggi all’ora di pranzo. Nel calcio basta poco, un gol, un assist, un sorriso, per ritrovare l’affetto della gente e dissolvere i nuvoloni. E questo è auspicio di tutti. Perché un’altra sceneggiata alla Montolivo non se la meriterebbe nessuno. Né lei, tantomeno la gente col cuore traboccante di viola.
La Nazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA