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Tra plusvalenze, indici di liquidità, commissioni e procuratori nelle ultime settimane Rocco Commisso è passato all'attacco, e il Corriere Fiorentino ha chiesto ad un manager esperto come Alessandro Giudice un parere sulla "riforma del calcio" lanciata dal numero 1 viola. Stadi moderni e la capacità di vendere i diritti tv all'estero è la prima ricetta del finanziere che vede ancora troppi dirigenti vecchio stampo nel calcio italiano: "Il mondo corre e noi siamo seduti" - dice - sottolineando come molti investitori americani investano nel calcio per fare business e guadagnarci e dunque avere regole uguali per tutti.
Del decalogo di Commisso "la proposta più rilevante è il divieto, per gli agenti, di rappresentare più parti di una trattativa. Capisco il procuratore che tutela il calciatore, ma perché deve essere pagato anche da chi vende e chi acquista?". L'obiezione riguarda invece il tetto alle commissioni, che verrebbe autolimitato proprio dalla mancata possibilità di rappresentare più parti. E l'indice di liquidità? "È un parametro statico, come altri, da solo non basta a evitare degenerazioni. Però se c’è, e per di più è stato abbassato, rispettiamolo. Era facilmente aggirabile con le plusvalenze, scambiando giocatori per valori fittizi. Ora fare questo tipo di operazioni sarà più difficile e i controlli più stretti. Commisso ha fatto bene a chiedere trasparenza, vuole un confronto ad armi pari".
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