Gestire campionato e coppa pensando anche al mercato di gennaio, equilibrio che Sousa deve esercitare su due fronti. Quello interno allo spogliatoio si incrocia con la compattezza di un gruppo ampiamente convinto di essere sulla strada giusta, quello interno alla società dovrà tenere conto dei parametri economici stabiliti all’inizio della stagione.
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Le regole della Fiorentina
Il gruppo è sacro (anche in pullman)
Il primo elemento – la riconoscenza e la stima verso i giocatori protagonisti del balzo al primo posto in classifica – è fondamentale per Sousa, che sa bene di aver acquisito crediti importanti anche nei confronti della proprietà in termini di mercato (ha consigliato Kalinic, ha rinunciato all’arrivo di un difensore alla fine di agosto, nonostante il 3-1 a Torino, perché lo considerava non determinante). Inutile spendere se non siamo convinti che l’acquisto ci serva per migliorare davvero, spiegò Sousa. «Aspettiamo gennaio aggiunse (richiesta accolta).
Gli innesti saranno concordati nei limiti dei prezzi imposti dal mercato, ma l’allenatore viola avrà voce in capitolo sotto tutti gli aspetti, compreso quello del profilo di chi arriverà. Fondamentale il rispetto dell’equilibrio – rieccoci – perché è stato costruito un gruppo che non ha eguali nella storia recente della Fiorentina. E se tutto si basa sul rispetto e sulla fiducia reciproca, le nuove regole introdotte da Sousa hanno contribuito a cambiare i rapporti, responsabilizzando i giocatori: ritiri casalinghi aboliti, ritiri per le esterne in gran parte accorciati. Il senso di appartenenza non ha bisogno di costudi.
E per renderlo ancora più saldo, Sousa ha creato ambienti in cui nessuno – ma proprio nessuno – può accedere senza permesso. A meno che non faccia parte della squadra o del ristretto gruppo dello staff. Negli spogliatoi e durante i trasferimenti (pullman, treno) l’allenatore ha preteso e ottenuto una «bolla privata» per confrontarsi con i giocatori e gestire ogni confronto senza altre presenze. Stessa scelta utilizzata anche negli allenamenti più importanti, quelli in cui vengono provate nuove soluzioni tattiche: anche in questo caso tutti – ma proprio tutti – sono invitati a non presenziare. Sousa si agita molto ai bordi del campo e anche dopo le partite, ovviamente nel caso in cui la squadra faccia rientro verso Firenze, ha l’abitudine di parlare singolarmente con i giocatori per condividere riflessioni in base ad episodi avvenuti durante il match. Sempre senza altre orecchie nelle vicinanze. Perché il gruppo è sacro e a gennaio forse sarà difficile migliorarlo.
La Nazione
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